“Quando si parla di cultura non si parla di qualcosa che può venire dopo: sarebbe un errore gravissimo”

E’ necessario ripartire dalla cultura per il rilancio economico del paese. Lo sottolinea Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, intervistato da AgCult in occasione del lancio di #IoSonoCultura, la rubrica che da maggio a luglio racconterà l’impatto della crisi sui settori culturali e creativi, le ricadute sul mercato del lavoro culturale, ma anche le tante storie di coloro che stanno cogliendo questo momento per cambiare passo, puntando sulle competenze, le comunità, i territori, le tecnologie.

“Deve esserci la percezione da parte di tutti che quando si parla di cultura non si parla di qualcosa che può venire dopo: sarebbe un errore gravissimo, se si vuole far ripartire l’economia è necessario occuparsi ora di cultura”, spiega Realacci. “Non è un caso che le imprese che vanno meglio sono quelle in cui è forte l’intreccio con cultura e creatività. Non capirlo significa danneggiare se stessi ma anche il soft power del paese”.

La rubrica #IoSonoCultura affiancherà e anticiperà la presentazione del X rapporto annuale “Io sono cultura”, che quest’anno per la prima volta si terrà dopo l’estate (probabilmente a fine settembre) per raccogliere dati e prime stime sull’impatto della attuale crisi sul sistema culturale e creativo a confronto con i dati 2019. “Abbiamo voluto lanciare questa iniziativa perché quest’anno festeggiamo il X rapporto annuale ‘Io sono cultura’; nel corso di questi anni abbiamo cercato i nessi che esistono tra cultura e il resto dell’economia e della società, abbiamo tentato di misurare quanto la cultura è parte non solo della nostra identità ma anche del presente e del futuro. E i dati ci hanno dato ragione, perché siamo riusciti a far capire, anche con i numeri, quanto questo comparto sia importante”.

Un decennale, prosegue, “che coincide con una delle prove più difficile che ci troviamo ad affrontare, ovvero la crisi sanitaria legata al coronavirus, con tutte le conseguenze anche economiche che sta comportando. Questa iniziativa quindi ci permette attraverso contributi qualificati di leggere in tutte le sue sfaccettature il periodo che stiamo attraversando e quindi di aggiornare il contributo importante che la cultura dà per definire il futuro”.