“La cultura non è un settore a sé, ma attraversa tutti i settori produttivi allo stesso modo della green economy e della coesione”. Lo ha detto Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, concludendo il seminario “Il soft power dell’Italia per la ripresa”. “I fondi giganteschi che verranno dall’Unione europea dovranno essere attraversati da questi dialoghi trasversali – ha sottolineato Realacci -. E la cultura deve entrare in questi incroci e in questi progetti, perché se aspettassimo un micro fondo ad hoc per la cultura attenderemmo molto a lungo”. Dopo aver ricordato che l’Italia è al primo posto nel mondo per influenza culturale, Realacci ha concluso: “La cultura va incrociata con l’economia e la produzione, non solo con il turismo. Tutelare la cultura non significa tutelare un settore, ma un’idea dell’Italia”.