Inguaribili pessimisti, anche quando l’evidenza dice il contrario. Gli italiani del cinismo hanno fatto un’arte elevandola a sottile forma di autodistruzione, almeno stando alle analisi della Ipsos, specializzata in ricerca di mercato, e ai dati raccolti dalla fondazione Symbola. Secondo la prima, nel rapporto Perils of Perception (i pericoli della percezione), ce la caviamo bene nel commettere errori grossolani valutando il nostro Paese. Fra Stati Uniti, Nuova Zelanda, Francia, Corea, Giappone, su trentotto nazioni siamo al dodicesimo posto nel sottostimare. Primi europei nella classifica guidata dal Sudafrica – veniamo subito dopo Argentina e Arabia Saudita – e chiusa dalla Svezia, dove il senso della realtà è più forte.

<<Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi, scriveva Marcel Proust>>. Ad Ermete Realacci ambientalista, politico e presidente della fondazione Symbola, le citazioni piacciono. Soprattutto se servono per sottolineare i primati italiani che nessuno ricorda perché, come spiega l’Ipsos, in Europa non ci batte nessuno nel veder nero.