L’Italia, con quasi 34.000 mila imprese, si colloca saldamente al primo posto nel settore del design in Europa dove se ne contano 217mila unità. Un peso pari al 15,5% che ci colloca sul podio, davanti a Germania e Francia. E’ quanto emerge dal report “Design Economy 2020”, realizzato da Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design, da quest’anno con il supporto di Adi, Cuid e Comieco e il patrocinio del ministero degli Affari esteri.
Il primato del nostro Paese, che offre impiego a 64.551 lavoratori con un valore aggiunto superiore a 3 miliardi di euro, è in parte attribuibile al forte legame tra design e made in Italy, ma è caratterizzato anche ad un’eccessiva frammentazione della struttura imprenditoriale nazionale. Quest’ultimo fattore spiega come mai, nonostante un primato in termini di numero di aziende, Germania e Regno Unito registrino un livello di occupazione e un volume d’affari superiori a quelli italiani. Infatti, il complesso dei Paesi Ue registra un volume di vendite pari a 27,5 miliardi di euro, e l’Italia ne alimenta da sola il 14,8%, in terza posizione dietro al Regno Unito (24,5%) e alla Germania (16,4%), ma largamente davanti a Francia (9,2%) e Spagna (4,6%). I settori industriali italiani che fanno maggiore ricorso al design sono: legno arredo, abbigliamento e automotive.
In Italia, il divario tra microimprese e grandi aziende è profondo: liberi professionisti e microimprese (meno di 100mila euro di fatturato) incidono ancora per oltre la metà dell’occupazione (53,4%), mentre le imprese con fatturato superiore a 5 milioni di euro hanno un’incidenza occupazionale dell’8,4%. Nel nostro Paese, pertanto, la maggior parte delle imprese si collocano nei segmenti piccola e micro impresa.