Nelle regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia), la ricchezza generata dal Sistema Produttivo Culturale e Creativo nel 2020 è pari a 11,7 miliardi di euro, corrispondente al 13,7% del valore aggiunto della filiera culturale e creativa nazionale (84,6 miliardi di euro) e al 3,9% del prodotto lordo complessivo dell’area. Rispetto al 2019, la filiera culturale ha subito una perdita di prodotto pari al -8,4% (-7,2% a livello nazionale). Questi dati emergono dal Rapporto promosso da Unioncamere e Fondazione Symbola e realizzato con il contributo tecnicoscientifico del Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne dal titolo «Io sono Cultura», che analizza le performance produttive della filiera culturale nelle sue due componenti: core (di cui fanno parte i comparii: architettura e design; comunicazione; audiovisivo e musica; videogiochi e software; editoria e stampa; performing arts e arti visive; patrimonio storico e artistico) e creative driven (ovvero tutte quelle attività che utilizzano contenuti e competenze culturali e creative per accrescere il valore dei propri prodotti). Nel Sud, la maggior parte del prodotto culturale viene creata in Campania (3,8 miliardi), in Sicilia (2,9 miliardi) e in Puglia (2,5 miliardi) e, a seguire, in Sardegna (1,1 miliardi), Calabria (954 milioni) e Basilicata (38o milioni). La Campania occupa il 12° posto della classifica delle regioni per incidenza del valore aggiunto generato dalla cultura rispetto al totale economia (con una quota pari al 4,2%), mentre le altre regioni del Sud occupano la parte più bassa della classifica: si va dalla 16° posizione della Sardegna (con un’incidenza pari al 3,9%) alla 20° posizione della Calabria (3,4%). Nel ranking stilato a livello provinciale, Cagliari è la prima tra le province del Sud con un’incidenza pari al 5,3%, seguono Palermo (4,9%), Napoli e Bari (entrambe 4,8%) e Cosenza (4,0%). L’editoria, che da sola genera un valore aggiunto pari a 1,3 miliardi, rappresenta l’attività più rilevante dell’area, corrispondente al 24,5% del valore aggiunto dell’intero comparto. II secondo settore, l’unico peraltro ad aver fatto registrare una crescita rispetto al 2019, è quello dei videogiochi e software, con un valore aggiunto di 972 milioni di euro, ovvero i118,3% del totale core (il valore nazionale è pari a 29,2%), mentre 11 terzo settore è quello dell’architettura e design (778 milioni, pari al 14,6%). Seguono le performing arts e arti visive (659 milioni di euro, il 12,4%) e il settore dell’audiovisivo e musica (6o7 milioni di euro, l’11,4%). Il patrimonio storico e artistico, invece, genera un valore aggiunto pari a 659 milioni, corrispondente all’11, 0% del valore aggiunto dell’intero comparto (il valore nazionale è 5,3%) mentre la comunicazione genera un valore aggiunto prodotto pari a 419 milioni (i17,9% contro il 9,7% nazionale).