L’Italia è tra i primi Paesi che si sono dovuti fermare per arginare la diffusione del Covid-19, e cercare così di non aggravare ulteriormente l’emergenza sanitaria in cui siamo precipitati. Il sacrificio quotidiano di tutti gli operatori della sanità pubblica – e sottolineiamo pubblica insieme a universale, uno dei nostri beni più preziosi – deve potersi rispecchiare almeno nella scelta politica del lockdown deciso dal governo e in una condotta civica che rispetti le regole da parte di tutti i cittadini. Certo, pensare alla ripresa adesso del nostro made in Italy non è semplice e gli scenari a venire sono davvero ignoti.

Ma quando il mare è in tempesta, e gli strumenti convenzionali sembrano non funzionare, che cosa si può fare se non cercare di garantire comunque la navigazione e mantenere la rotta? È per questo che nell’infuriare dell’emergenza, Domenico Sturabotti, direttore di Symbola, Fondazione per le qualità italiane, ha deciso di tenere sui propri profili Facebook e LinkedIn una rubrica che ha chiamato “Diario di bordo”. Un modo per rendere quotidianamente “notizia”, buona notizia, tutte quelle iniziative, per fortuna tante, che messe tutte insieme testimoniano l’esistenza nel nostro Paese di un’attività di ricerca e di produzione all’insegna della qualità, che si adatta in modo veloce e tempestivo alle contingenze e sfodera una capacità di reazione necessaria a far fronte a quella che è forse la situazione più difficile della nostra storia repubblicana.

Il paradigma dell’economia circolare si fonda sul rispetto per la materia e la sua efficienza massima in un dato momento storico. Compito di un’impresa che conosce il valore della materia e sa leggere il tempo presente è dunque quello di riconvertire verso ciò che è veramente utile la sua produzione. Questa è anche la declinazione della responsabilità sociale delle imprese durante l’emergenza in corso. Perché l’economia circolare che riconosce il proprio valore etico a vantaggio della comunità è anche economia civile.

Perciò nessuna concessione alla retorica, ma solo casi concreti di rapida riconversione produttiva e di apertura di linee di ricerca ad hoc, partendo dal patrimonio del saper fare di alcune realtà italiane all’avanguardia. E dunque grazie al “Diario di bordo” di Sturabotti possiamo sapere che Alpha Pharma, azienda barese leader nel mercato delle biotecnologie, ha approntato il Test rapido VivaDiag Covid-19; che il Distretto tessile di Biella con 12 aziende, compreso il carcere, può dedicarsi alla produzione di mascherine e camici; che la FATER, fondata da Francesco Angelini, famosa per i pannolini Lines, si è attrezzata per realizzare un milione di mascherine a settimana; e che sono pronte le prime 500 maschere respiratorie Decathlon, realizzate a partire da un’idea di Renato Favero, primario in pensione, adattando una maschera per snorkeling con l’inserimento di una valvola “Charlotte” ad iniezione, sviluppata in tempi record dalla start up bresciana Isinnova e realizzata gratuitamente dalla comunità di maker in tutta Italia.

O ancora che Intersurgical ha velocemente messo in produzione nel suo stabilimento di Mirandola il circuito ideato dal professor Marco Ranieri dell’Università di Bologna, che permette di utilizzare un solo respiratore per due pazienti in terapia intensiva; che Paolo Parchi, ortopedico dell’ospedale Cisanello di Pisa, in collaborazione con un team di ingegneri e informatici di Endocas, centro di eccellenza dell’Università di Pisa, sta elaborando un modello di mascherine stampabili in 3D su cui applicare un tessuto filtrante intercambiabile; e che Takis, società Biotech di Castel Romano, ha avviato in tempi strettissimi un’attività di sperimentazione per il vaccino contro il Coronavirus. Così come apprendiamo che Marconi, il super computer da 50 milioni di miliardi di operazioni al secondo, 19simo nel mondo per capacità di calcolo, del Cineca, consorzio con sede a Bologna a cui aderiscono 69 Università italiane, 8 Enti nazionali di ricerca, 2 policlinici, l’ANVUR e il MIUR, da un mese e mezzo è applicato allo studio del coronavirus e il 24 marzo è riuscito a individuare 40 molecole farmacologiche che potrebbero inibirne lo sviluppo, per avviarle alla sperimentazione.

Questi sono solo alcuni dei protagonisti e delle storie dell’eccellenza italiana, che Domenico Sturabotti ci sta facendo conoscere consolidando una mission, quella di Symbola, di cercare, trovare e raccontare la qualità, il valore e il saper fare del nostro made in Italy. Un’eccellenza che ha sempre investito in ricerca, innovazione ed elevata specializzazione delle sue figure professionali. E che per questo ora può facilmente riconvertire la sua produzione a beneficio del bene comune. E come abbiamo detto anche della circolarità. Quasi tutte le innovazioni infatti sono adattamenti di cose che esistono già.
Nella tempesta Covid-19, ma soprattutto dopo, la rotta da seguire è tracciata. La qualità soltanto può farci da bussola e portolano – manuale per una sicura navigazione costiera, non a caso di origine italiana. Per riavviare l’economia e la produzione e proteggere il made in Italy, dopo aver prima protetto la vita di tutti noi.

Da lunedì il #diariodibordo sarà pubblicato sul sito di Symbola.

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