La chiamano soft economy, è l’economia che parte dalla cultura e che punta sulla qualità valorizzando l’identità delle comunità e dei territori. Stando ai numeri si tratta di una fetta significativa della ricchezza non solo immateriale del Paese. Dal rapporto Symbola del 2019 emerge infatti che il sistema produttivo culturale e creativo vale il 6,1% del valore aggiunto italiano: oltre 95.8 miliardi di curo. Dato in crescita del 2,9% rispetto all’anno precedente, mentre l’economia italiana nel suo complesso è aumentata dell’1,8% a prezzi correnti. In questo scenario giocano un ruolo importante “capitali” della cultura come le città di Matera e di Parma, il sistema museale italiano e politiche dirette a facilitare la capacità di enti, fondazioni, istituzioni culturali di generare valore nel rispetto della conservazione di un patrimonio unico al mondo.