I dati del rapporto ‘100 italian green building stories’ di Fondazione Symbola e Fassa Bortolo

Nel periodo 2016-2020 sono state ben 46.537 le imprese del settore (28,7% del totale) che hanno fatto eco-investimenti per migliorare processi e prodotti in un’ottica di sostenibilità. Sono i dati contenuti nel report ‘100 italian green building stories’ di Fondazione Symbola e Fassa Bortolo, con la partnership tecnica di Ppan, dove si esplorano le tecnologie e le soluzioni per la sostenibilità e l’economia circolare, cercando di restituire una foto di insieme del settore edilizio e mostrare le energie e i talenti che già oggi sono in campo nel nostro Paese. ”L’edilizia può dare un contributo importante per contrastare la crisi climatica – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – e ridurre la nostra dipendenza dei combustibili fossili, in particolare dal gas russo, resa drammatica dall’invasione dell’Ucraina. Produce al tempo stesso una drastica riduzione delle bollette per famiglie e imprese. Aiutata dai Superbonus l’edilizia orientata al green può produrre un made in Italy che punta su sostenibilità, innovazione, ricerca, e bellezza. La ripresa del settore, già partita nel 2021, prevede nel 2022 fra diretto e indotto 265mila posti di lavoro in più. Come è scritto nel Manifesto di Assisi, ‘affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”’. ”Quando parliamo di edilizia green – commenta Paolo Fassa, presidente di Fassa Bortolo – dobbiamo guardare ad una filiera lunga e particolarmente complessa, dove ciascun attore è chiamato a fare la propria parte. Il concetto di sostenibilità, per noi, è un impegno quotidiano che parte dall’estrazione delle materie prime e arriva fino al prodotto. Abbiamo sostenuto con piacere questo nuovo progetto editoriale di Fondazione Symbola perché sono convinto che l’individuazione e la condivisione delle buone pratiche imprenditoriali sui temi della green economy e dell’economia circolare siano utili alla crescita e al miglioramento, anche economico, di tutto il settore’.

Le soluzioni tecnologiche aiutano la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare nazionale, responsabile di circa il 40% delle emissioni di CO2, riducendo la dipendenza da fonti fossili tradizionali e rilanciando la filiera edilizia italiana. Secondo i dati al 31 dicembre 2021 forniti da Enea e dal ministero per la Transizione Ecologica, ci dicono infatti che le detrazioni relative al Superbonus 110%, previste al termine dei lavori, hanno raggiunto i 17,8 miliardi di euro. Ossigeno per il settore, oggi in ripresa con un incremento degli addetti nei primi nove mesi del 2021 pari al +7,9% (94mila lavoratori) e un fabbisogno occupazionale diretto per il 2022 che si aggira attorno alle 170mila unità, a cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila posti di lavoro. Una domanda legata soprattutto alla nuova edilizia spinta dal Pnrr, dal Superbonus e da un processo di riposizionamento delle imprese proprio sui temi della sostenibilità: nel periodo 2016-2020 sono state ben 46.537 le imprese del settore (28,7% del totale) che hanno fatto eco-investimenti per migliorare processi e prodotti in un’ottica di sostenibilità. Le storie raccolte nel rapporto raccontano questo riposizionamento e la crescente applicazione, a scale diverse, dei principi della green economy e dell’economia circolare. Si sperimentano, per esempio, efficienze e simbiosi industriali tra realtà diverse per valorizzare i sottoprodotti di un’azienda o di una filiera trasformandoli in nuova materia per altre, mentre si studiano nei dipartimenti R&S delle imprese materiali più durevoli, riciclabili, salutari per l’uomo e l’ambiente. Le tecnologie digitali trovano oramai applicazione in diverse fasi del processo edilizio, dalla progettazione alla cantierizzazione fino alla manutenzione, permettendo il controllo dell’intero ciclo di vita dell’opera con benefici sui costi e sull’ambiente. Anche i cantieri sono al centro di grandi cambiamenti, come raccontano le storie di imprese che muovono sempre più verso la prefabbricazione dei componenti. Centrale, in molte delle storie, il tema dell’efficientamento energetico e termico, con tecnologie che spaziano dall’impiego di soluzioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili (come il fotovoltaico o l’eolico ‘da balcone’) fino a innovativi cappotti hi-tech per la riduzione spinta delle dispersioni termiche. Tecnologie e innovazioni, che contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento locale e dei gas serra, che hanno anche effetti diretti sul taglio delle bollette delle famiglie italiane. Si stima infatti che le differenze di costi tra un appartamento tradizionale e uno riqualificato dal punto di vista energetico possono arrivare a 1500-2000 euro all’anno, oltre al fatto che, come evidenzia un lavoro di Fondazione Symbola e Cresme, un immobile riqualificato dal punto di vista energetico vede aumentare il valore immobiliare più dell’investimento fatto. Di grande attualità le tecnologie per la gestione della risorsa idrica e dei rifiuti, con soluzioni sempre più integrate: si pensi alla convergenza tra aree verdi, facciate e impianti idrici, o ai nuovi sistemi per migliorare gestione, separazione e stoccaggio dei rifiuti