Giffoni Valle Piana è un paese a poca distanza da Salerno circondato dal verde. Ma questa è solo la geografia di un luogo che racchiude un sogno. Lì, 52 anni fa è iniziato un festival cinematografico che è diventato una casa per giovani, uno spazio in cui essere liberi di conoscere e scoprire che colore ha il mondo e quale avrà in futuro. Da mercoledì 27 al 30 aprile la Multimedia Valley ospiterà Giffoni Verde – Youth for the Present, un progetto dedicato alla salvaguardia del Pianeta e destinato a quasi quattrocento ragazze e ragazzi tra i 14 e i 25 anni di tutta Italia. «Vuoi contribuire a cambiare il presente?», la domanda a cui hanno risposto con le loro proposte, superando le attese degli organizzatori.
Dal famoso festival, nasce un progetto dedicato alla salvaguardia del Pianeta e destinato a 400 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 25 anni di tutta Italia. «Occorre lavorare su quanto inquinamento abbiamo dentro, nelle azioni quotidiane, nelle relazioni. Bisogna fare una rivoluzione verde»
Oltre il cinema: ci saranno cultura, comunicazione, musica e innovazione. Saranno quattro giorni di racconti e idee per il domani. «Mi sento molto emozionato, è un percorso che arriva finalmente alla sua prima edizione ma parte da molto lontano», spiega Claudio Gubitosi, fondatore, ideatore e padre del Festival. Nelle ultime tre edizioni (di luglio, ndr) acqua, aria e terra sono stati gli elementi guida trasformati poi in radici per questa edizione speciale. «Giffoni sarà Verde e non green», sottolinea Gubitosi. «Vogliamo andare oltre alla parola sostenibilità perché è il senso della partecipazione e del pensiero che contano. Per non fare più disastri ambientali è necessario attivare processi filosofici e capire che per creare un mondo rispettoso serve lavorare su quanto inquinamento abbiamo dentro, nelle azioni quotidiane, nelle relazioni. Bisogna fare una rivoluzione verde». Per questo, al fianco dei Fridays for future non ci saranno solo film – divisi in due sezioni: «In&Out Society» e «Futura» provenienti da Belgio, Bolivia, Canada, Francia, Israele e Italia (oggi la pellicola belga Holgut di Liesbeth De Ceulaer e il francese Animal di Cyril Dion) – ma dei laboratori di pensiero. Un dialogo con personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, esponenti della scienza, ceo di aziende, artisti impegnati per la salvaguardia del Pianeta.
I protagonisti
Si parte con Padre Enzo Fortunato, promotore del Manifesto di Assisi insieme a Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e Symbola; Edoardo Vigna, caporedattore del Corriere della Sera responsabile di Pianeta 2030 e Ludovica Chiarini, project manager di EcoMuvi. Dal 28 aprile, tra gli altri, ci saranno Francesca Michielin e la filosofa Maura Gancitano, il ricercatore del Cnr- Nanotec Massimo Cuscunà e Fausto Ugozzoli, direttore del reparto R&D di AeroDron Srl, un’azienda che ha realizzato un drone per monitorare la qualità dell’aria. Poi Oscar di Montigny, presidente di Flowe, Carlotta Ventura direttore communication sustainability di a2a e Fabio Zardini, country manager Italia Patagonia. Sabato 30 aprile, ci saranno lo chef Simone Rugiati e Edoardo Borgomeo, honorary research associate all’Università di Oxford. Anche le serate si tingono di verde con gli showcase di artisti vicini ai temi ambientali: dalla band campana Capone e Bungtbangt a Matteo Romano e Napoleone, Dargen D’amico e Stash, frontman dei The Kolors.
Coinvolgere la coscienza di ciascuno di noi
«Non è solo una questione di ecologia: vogliamo che abbia una veste etica, in grado di coinvolgere la coscienza di ciascuno di noi», spiega Gubitosi. Una sensibilità urgente che si riflette anche nella cura dei materiali, degli spazi e degli accessori per i ragazzi. Totale dematerializzazione dei documenti, un Eko-kit con t-shirt in cotone biologico, borse stampate con inchiostro ad acqua, badge in cartone riciclato (così come le scenografie dell’evento) e borraccia d’acciaio. Per i pranzi offerti ai giffoners sono stati coinvolti produttori e trasformatori locali, come a chilometro zero è il premio Truffaut, il più prestigioso del Festival: in terracotta. Prima di rientrare nelle proprie case e dare vita «al movimento di ri-generazione che vorrei nascesse», sottolinea Gubitosi, i ragazzi parteciperanno alla nascita di un frutteto, nel giardino di Giffoni: «Sarà solo l’inizio, costruiremo un bosco».