Nella classifica di Symbola la Lombardia si conferma come la regione che ha la concentrazione di valori più elevati, con oltre 90 mila imprese investitrici, i117% del totale nazionale. Ma tra le prime cinque regioni più attive c’è la Campania, con poco più di 46 mila unità pari all’8,7%. Queste fab five rappresentano il 52,7% delle imprese che nel quinquennio esaminato hanno effettuato investimenti green. E non va male neanche a livello provinciale: Roma svetta anche su Milano, ma c’è anche Napoli con 22.450 unità. Numeri contenuti in Greenitaly 2022, il documento annuale redatto dalla fondazione Symbola, fondata e presieduta da Ermete Realacci che sarà ospite di CasaCorriere (venerdì alle 14,30 nella Cappella Palatina di Palazzo Reale). «Esiste già oggi un’Italia che fa l’Italia pronta alla sfida della crisi climatica: spiega Realacci nel rapporto Greenitaly 2022 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo, ad esempio, una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro». Dall’analisi dei contratti relativi ai green jobs emerge una crescita rispetto alla rilevazione precedente: nel 2021 le attivazioni green previste sono state pari a 1.600.460, ossia il 38,3% in più rispetto all’anno precedente (+443.380 unità). L’incidenza dei contratti green sul totale delle nuove attivazioni è del 34,5%, leggermente in calo Aspetto alla precedente rilevazione (35,7%). Crescita che è distribuita in modo sostanzialmente uniforme nelle macroaree del Paese, in quanto la distribuzione geografica dei contratti non mostra sostanziali variazioni rispetto a quanto riscontrato nel 2020: il 32,9% dei nuovi contratti green jobs è nel Nord-Ovest, il 24,1% nel Nord-Est, il 17,4% al Centro e i125,5% nel Sud e Isole. L’incidenza dei contratti green rispetto al totale dei contratti ha un suo massimo nel Nord-Ovest (38,4%) seguito dal Nord-Est (34,9%), mentre sono al di sotto della media nazionale il Centro (30,5%) ed il Sud e Isole (32,8%), aree dove si osserva anche un calo dell’incidenza di contratti green sul totale rispetto all’anno precedente. Ma il punto centrale è che gli investimenti green nelle aree con ritardi (Centro e Mezzogiorno) ha di fatto ridotto gli squilibri territoriali rilevati nelle precedenti indagini. Gli investimenti in sostenibilità green portano a prospettive di ripresa superiori rispetto alle altre imprese in tutte le ripartizioni geografiche: la quota di imprese ecoinvestitrici che confida in un recupero entro il 2022 è pari al 31% nel caso delle imprese localizzate nel Mezzogiorno (24% nel caso delle non-investitrici) e al 35% nel caso delle imprese del Centro-Nord (contro il 22% delle imprese non-investitrici). La scomposizione del dato per macroaree geografiche conferma il Nord-Ovest come l’area con maggiore occupazione green, 1.017,8 mila unità pari al 32,9% del totale. Nel Mezzogiorno parliamo di 687,9 mila lavoratori.