Una Olimpiade senza gruppi elettrogeni e alimentata solo dalle energie rinnovabili. E’ una delle sfide “sostenibili” dei Giochi invernali Milano-Cortina 2026, di cui si parlerà il 6 giugno nel capoluogo lombardo, al teatro Parenti, nell’ambito del Festival di Green&Blue. Mancano poco meno di quatto anni, ma è già iniziato il conto alla rovescia per la realizzazione di impianti e infrastrutture. Parola d’ordine: sostenibilità. È la richiesta pressante degli ambientalisti, che temono un impatto devastante sull’ecosistema alpino. Ma è anche l’impegno del comitato organizzatore, la Fondazione Milano-Cortina 2026, che però si occupa solo delle infrastrutture sportive. «Per la prima volta nella storia spiegano dalla Fondazione la decisione di organizzare Olimpiadi e Paralimpiadi su un territorio di 22 mila chilometri quadrati coinvolgendo città, località montane, province e regioni diverse con- sente di utilizzare impianti esistenti o temporanei per il 93 per cento delle competizioni e delle cerimonie». Per il restante 7%, e per le opere affidate ai privati, si stanno comunque adottando criteri di reverse engineering: realizzare servizi utili al territorio nel lungo termine, che saranno “affittati” ai Giochi nelle settimane di gare. È il caso di uno studentato allo Scalo di Porta Romana, pensato come alloggio per i fuorisede degli atenei milanesi e che però dal 6 febbraio 2026 sarà uno dei due villaggi olimpici che ospiteranno gli atleti. Quelli di Milano-Cortina potrebbero essere i primi Giochi olimpici a fare a meno dei gruppi elettrogeni, i diesel che producono elettricità emettendo grandi quantità di CO2. Terna, il gestore della Rete elettrica nazionale, ha annunciato un investimento da 200 milioni di euro per ridurre al minimo l’eventualità di cali di tensione e blackout. «Ci sarà una grande richiesta di energia, in territori che comunque necessitano di una rete resiliente, perché soggetti a condizioni climatiche estreme: neve, ghiaccio, vento», spiega Francesco Del Pizzo, direttore Strategie di sviluppo Rete di Terna. «Per questo, anche prima che fossero definiti gli obiettivi olimpici, avevamo pianificato una doppia alimentazione con una tecnologia mista: non solo una linea aerea, più fragile a quelle quote, ma anche rete in cavo, che corre in trincee ai lati delle strade». Terna, entro il 2025, realizzerà 120 chilometri di elettrodotti che saranno completamente invisibili. Tutto questo non basta a rassicurare gli ambientalisti. «La Fondazione ha un tavolo di confronto con le associazioni ecologiste, ma non siamo ancora entrati nel merito del discorso», dice Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. «Un punto critico sono le opere connesse, soprattutto le strade, che però non dipendono dalla Fondazione Milano-Cortina 2026 ma da regioni, province autonome e ministeri». «Assistiamo a un continuo rimpallo di responsabilità», conferma Giovanna Ceiner, esponente di Italia Nostra a Belluno. «Noi parliamo con la Fondazione, ma le opere le fa Società Infrastrutture MilanoCortina, che è stata istituita a novembre ed è già guidata da un commissario». C’è poi il caso emblematico della pista di bob di Cortina. «È chiusa dal 2008. Perché rifarla spendendo 85 milioni di euro?», si chiede Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness. Il Comitato olimpico internazionale e la Fondazione che organizza le Olimpiadi avrebbero volentieri rinunciato, organizzando le gare di bob altrove, magari in Austria. Ma a volerla sono stati Cortina e la Regione Veneto che hanno finanziato la nuova pista contestata. Il progetto è stato affidato a una società tedesca e sarà svelato per la prima volta tra pochi giorni alla Conferenza dei servizi. Allora, almeno sulla carta, se ne potrà valutare la sostenibilità. RIPRODUZIONE RISERVATA Attivisti e artisti per il Pianeta Il 5 e 6 giugno al Teatro Parenti 5 giugno con Casadilego, Erica Mou, Marina Rei, Francesca Michielin e Malika Ayane con la band di Mark Hannah; intervengono Francesca Reggiani; Paolo Nori, Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti, Omar Di Felice, Paola Gianotti, Gabriele Gregori, Marianna Mea, Alice Pomiato, Francesca Santoro Valeria Barbi. Presentazione dei vincitori del progetto Junior Achievement Climate Changers e del progetto fotografico Climate Change Italia. 6 giugno mattina The Big Debate, dalle 9 alle 19 Opening. Frans Timmermans. Giuseppe Sala. Svitlana Krakovska, Francesco La Camera. Lo stato della transizione ecologica. Giorgio De Rita; Roberto Cingolani con Maurizio Molinari; panel con Stefano Ciafani (Legambiente), Giuseppe Onufrio (GreenPeace), Donatella Bianchi (Wwf), Pierluigi Stefanini (ASviS), Gianni Silvestrini (Kyoto Club), Edoardo Croci (Italia Nostra), Simone Molteni (Lifegate), Edo Ronchi (Fondazione Sviluppo Sostenibile); panel con Nicola Lanzetta (Enel Energia), Renato Mazzoncini (A2a), Giovanni Brianza (Edison Next), Francesco Pizzo (Terna) Stefano Grassi (EU Commission). Cristina Messa La sfida olimpica. Gloria Zavatta (Milano-Cortina) e Deborah Compagnoni con Luca Fraioli. La nuova moda. Federico Marchetti e Lorenzo Bertelli con Emanuele Farneti Il ruolo delle imprese. Mario Arvedi Caldonazzo (Arvedi), Ermete Realacci (Symbola), Alessandro Russo (Cap), Eleonora Santi (PM) Il ruolo degli alberi. Stefano Mancuso Libri Green & Blue dalle 10 Vi teniamo d’occhio. Federico Taddia e Potito Ruggiero La ragazza dei lupi.