Tra le province Che sia una scelta etica o una strategia legata alla necessità, visti i prezzi dell’energia e la crescente sensibilità dei consumatori verso la sostenibilità, sta di fatto che aumentano le imprese lombarde che investono in progetti green. Il problema restano i tempi troppo lunghi degli iter autorizzativi e l’incertezza degli esiti. Lo dimostrano i dati e le storie del Rapporto Greenitaly, arrivato alla tredicesima edizione, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne (al rapporto hanno collaborato anche Conai, Novamont, Ecopneu, ed oltre 40 esperti). «C’è un’Italia che può essere protagonista con l’Europa alla COP27 in Egitto: fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare l’economia e la società dichiara il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci e coinvolge già oggi due imprese manifatturiere su 5. Accelerare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per sostituire i combustibili fossili, Milano risulta in testa alla classifica, seguita da Brescia tre a contrastare la crisi climatica, ci rende più liberi e aiuta la pace. Esiste già oggi un’Italia che fa l’Italia pronta alla sfida della crisi climatica». Nel rapporto Greenitaly 2022 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Con 90.520 imprese, la Lombardia è al primo posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto di aziende che hanno investito, o investiranno entro l’anno, in tecnologie green. Tra le province, Milano è in testa con 30.799 imprese green seguita da Brescia con 13.735 e Bergamo con 10.296.11 dato riflette la numerosità delle imprese presenti, ma è tutt’altro che scontato, dato che la scelta di investire in tecnologie green è una scelta della singola azienda. Con 367.040 contratti stipulati a green jobs dalle imprese per il 2021, la Lombardia è anche al e poi da Bergamo vertice anche della graduatoria regionale per numero di contratti stipulati o programmati entro l’anno: Milano è al primo posto con 161.850 attivazioni, seguita da Brescia con 48.003 e Bergamo con 40.842. «Spesso la burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno», conclude Realacci. Si invoca, in particolare, maggiore celerità negli iter autorizzativi. Ad esempio sul fronte delle rinnovabili, a giugno 2022 Elettricità Futura ha calcolato in oltre 80 i GW da installare entro il 2030 e lo stesso Governo ha supportato i dati parlando di 70 GW da realizzare nello stesso arco di tempo: la realtà dei fatti è che l’Italia ha marciato al ritmo di poco più di 1 GW l’anno, a fronte di 7-8 GW che dovrebbe installare per raggiungere i traguardi stabiliti.