Associato alla qualità, alla sostenibilità all’identità delle Colline Unesco da cui nasce, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg resiste alla pandemia, tenendo sui mercati del mondo, pur in sofferenza, crescendo più di tutti gli altri spumanti nella grande distribuzione organizzata, con il territorio storico da cui è nato il fenomeno Prosecco e le sue collina, per dirla con le parole del sociologo Aldo Bonomi, sono “laboratorio del futuro” di quella che sarà la “smart land”, paradigma di quel “margine che si fa centro”, in senso territoriale, che sarà una delle chiavi del post Pandemia. Dati, spunti e riflessioni emersi nel “Rapporto Economico” 2020 sulla denominazione, voluto dal Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, guidato da Innocente Nardi. A raccontare nei numeri la salute e la resistenza della denominazione, è stato il professor Eugenio Pomarici del Cirve: “dopo un 2019 in cui sono state vendute 92 milioni di bottiglie di Prosecco Docg, +1,6% sul 2018, record storico, per un giro d’affari di 524 milioni di euro, +1,2%, nel 2020, prendendo come indicatore il numero di bottiglie certificate a fine novembre 2020, il calo complessivo è stato appena del -2%”.

“Vuol dire che il consumatore apprezza sempre la nostra denominazione, è risultato eccezionale visto l’anno che abbiamo vissuto, grazie al lavoro dei produttori che lavorano tutto l’anno per il territorio, ma anche del Consorzio, che ha scelto la logica della prudenza e del valore, che hanno premiato”, ha detto Innocente Nardi. “Abbiamo fatto delle scelte coraggiose per garantire politiche di valore ed eliminare logiche di speculazione, secondo la strategia del Consorzio – ha aggiunto Nardi – che è quella di implementare la cultura di questo territorio, del senso della comunità, che è estremamente importante. In questo senso il riconoscimento Unesco del 2019 è stato determinante, come altre scelte, come lo stop al glifosato. Lavoriamo per creare una identità culturale definita per il nostro vino ed il nostro territorio, basata su valori come il senso di comunità, la vocazione, la bellezza ed il rispetto del territorio. La sostenibilità, ambientale e non solo, è un tema estremamente importante che il Consorzio ha fatto proprio, non solo con riduzione della chimica, ma anche con il lavoro insieme alla Fondazione Symbola, con la quale stiamo allargando il concetto a 360 gradi, guardando all’economia circolare, uscendo da approccio “estrattivo”, e andando verso la rigenerazione delle attività del territorio, anche insieme a partner come Enel X”.