Le imprese ‘green’ cesenati e romagnole crescono, nonostante l’emergenza economica scaturita dalla pandemia. La green economy rappresenta un modo nuovo di intendere lo sviluppo economico attraverso l’aumento dell’efficienza energetica, l’abbattimento delle emissioni di gas serra e la riduzione dell’inquinamento, arrivando all’istituzione di una vera e propria economia e di uno sviluppo sostenibile, servendosi prevalentemente di risorse rinnovabili. Il principale strumento d’azione è rappresentato dal programma Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile contenente 17 obiettivi prioritari. In Italia gli Stati Generali della Green Economy rappresentano in questo senso il principale processo di elaborazione strategica, aperta e partecipata.

Nel territorio romagnolo delle province Forlì-Cesena e Rimini, a maggio 2020 avevano sede 1.035 imprese green, che rappresentano il 17,4% delle imprese green regionali; il 14,7% del totale delle imprese attive territoriali, dato sostanzialmente simile a quello dell’Emilia-Romagna(14,9%0).

Più della metà delle imprese green si concentra nell’Agroalimentare (572 unità, 55,3% del totale); seguono Energia rinnovabile ed efficienza energetica (75,7,2%), Ciclo rifiuti (73,7,1%) e Mobilità(62,6,0%). Riguardo, invece,  al peso settoriale sulle corrispondenti imprese green regionali, troviamo, nell’ordine: Agroalimentare (20,7%), Energia rinnovabile ed efficienza energetica (19,7%), Mobilità (18,0%) e Tessile, abbigliamento e calzature(17,1%).

«Le imprese green affrontano meglio la crisi. È questo il dato che emerge dall’ultimo Rapporto GreenItaly, curato da Fondazione Symbola e Unioncamere, e conferma l’importanza della ‘Green economy”‘, anche all’interno di uno scenario difficilissimo come quello attuale -commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio della Romagna -.