«Le imprese e i territori sono i veri protagonisti dell’economia circolare e, se vogliamo realizzare gli obiettivi che l’Unione Europea ha lanciato con il Green New Deal, è da lì che occorre partire». A dichiararlo è Maria Cristina Piovesana, Vicepresidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura di Confindustria, mentre ci racconta il progetto “Economia Circolare” promosso in collaborazione con l’associazione 4.Manager, Fondazione Symbola, Università Luiss e Enea. «Siamo ben consapevoli di come la pandemia abbia pesato e pesi sul sistema produttivo: il calo dei consumi e degli ordini ha avuto effetti molto gravi che si protrarranno anche nel 2021, ma siamo convinti che la green economy e in particolare la circular economy possano essere validi alleati nelle strategie di ripresa. Per questo abbiamo sviluppato un ampio programma di iniziative a sostegno di quelle imprese che puntano su nuovi modelli di business orientati alla sostenibilità». Il progetto ha già in attivo importanti attività, alcune delle quali sviluppate in pieno Covid-19.Sono stati realizzati ben 18 workshop in tutta Italia prima che scoppiasse la pandemia e 4 webinar di approfondimento tra maggio e giugno 2020 che hanno coinvolto oltre 1.200 tra manager e imprenditori, con l’obiettivo di diffondere informazioni e aggiornamenti, condividere esperienze e favorire sinergie. PIÙ GREEN, PIÙ RESILIENTI Del resto, è ormai un dato accertato che le imprese che investono in green technologies sono più reattive, come dimostrano da oltre dieci anni le analisi del Rapporto GreenItaly promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere. Non solo le imprese che hanno effettuato eco-investimenti hanno anche affrontato meglio il lockdown, la crisi si è fatta sentire in modo più contenuto: l’8% ha dichiarato una riduzione del fatturato rispetto al 2019, contro il 14% delle imprese che non hanno puntato sul green, e il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese che hanno puntato su azioni più convenzionali.