Dal PNRR alle biblioteche alla cultura bene comune e l’emergenza decoro della capitale. Intervista a tutto campo al neo assessore alla cultura di Roma, Miguel Gotor.

Assessore, ormai sono passati mesi per cui le carte si possono desecretare. Come si è generato il suo arrivo in Piazza Campitelli? È stato inatteso oppure era qualcosa di ipotizzabile anche durante la campagna elettorale? Ha in qualche modo partecipato alla stesura del programma o il suo nome si è aggiunto dopo?
Questa proposta è arrivata senza che me l’aspettassi. La mia vita con i suoi progetti di studio e di ricerca stava andando da un’altra parte.

Eppure già in passato lei si è dedicato molto all’impegno politico in parallelo a quello accademico. Cosa è successo?
È successo che Roberto Gualtieri mi ha offerto una seconda occasione di dedicarmi all’impegno politico, che non ho voluto rifiutare.

Era una cosa ipotizzabile anche prima della vittoria elettorale? Ha partecipato alla campagna? E alla stesura del programma?
Non ho partecipato alla sua campagna elettorale né alla stesura del programma.

Beh però con Gualtieri non siete proprio estranei…
In effetti con Gualtieri ci conosciamo dal 1986, anche se in tanti anni non ci siamo mai frequentati assiduamente. Di questa nuova opportunità gli sarò sempre riconoscente, anche perché sono consapevole che avrebbe potuto fare scelte politiche diverse, più semplici e anche più convenzionali.

Siamo a gennaio, ha già completato la sua squadra in assessorato? Di quali professionisti si è circondato? Come li ha selezionati?
Lo sto facendo senza fretta. E sto scegliendo chi mi affiancherà in questa avventura facendo attenzione a una serie di aspetti.

Quali sono questi requisiti?
Le competenze specifiche, il genere e una certa miscela generazionale che credo non guasti.

Di quante persone parliamo?
Quando saremo al completo arriveremo a 17 unità tra staff e personale interno al Comune. Per ora siamo arrivati a una decina.

Le toccherà anche qualche interno dunque. A Roma i “comunali” sono famigerati…
Guardi, mi lasci dire che credo molto nelle potenzialità professionali già presenti nel dipartimento cultura che mi ripropongo di valorizzare al massimo come ho già iniziato a fare nell’organizzazione di una cinquantina di eventi in occasione di Roma Capodarte lo scorso primo gennaio 2022. Insomma, vorrei che tutti i dipendenti del dipartimento si sentissero parte della mia squadra. In fondo chiedo poche cose a chi collabora con me: voglia di lavorare e riservatezza.