10 selfie, 10 autoscatti per avere una fotografia dei punti di forza dell’Italia. Perché non si capisce l’Italia, se non si va oltre i suoi difetti che spesso sottolineiamo con molta forza, dimenticando di guardare anche al bello che il nostro Paese offre. Da qui parte il dossier elaborato da Fondazione Symbola, insieme ai suoi partner, in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero e il patrocinio dei Ministeri degli Esteri dell’Ambiente e del Made in Italy. Cosa non sappiamo, dunque, dell’Italia? Tanto per cominciare che è il Paese europeo con il più alto tasso di riciclo sul totale dei rifiuti speciali e urbani: 83,4% contro una media UE del 53,8%. Risultato che porta una conseguente riduzione annuale delle emissioni pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Siamo leader nella produttività nell’uso delle materie prime, con un punteggio di 274 punti su 300: un dato superiore alla media UE di 147 punti. È italiano il più grande operatore al mondo nelle rinnovabili, l’ENEL. Ci sono 531mila imprese italiane che hanno investito, negli ultimi 5 anni, in prodotti e tecnologie green. Questo significa che sono quelle che innovano di più, esportano di più e producono più posti di lavoro. Poi arrivano i settori tradizionali, e anche qui non mancano sorprese. L’Italia è il primo esportatore in Europa e il secondo al mondo, dopo la Cina, di prodotti del tessile: moda e accessorio. Neanche a dirlo, siamo i primi in Europa per il design, e nel mondo per la cantieristica nautica. Anche la produzione di vino ci vede in cima alla classifica mondiale, con buona pace dei cugini d’Oltralpe, che però sottolineano come: quantità e qualità, non siano sinonimi. Altri primati sono quelli dell’export di apparecchi a raggi ultravioletti o infrarossi per utilizzo medico-chirurgico, o per la preparazione di bevande calde e di abbigliamento da neve. Come sostiene il Presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, l’Italia da il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, con un modo tutto nostro di fare economia. Tradizione e innovazione, tecnologia e bellezza. Ripartire da questa visione, che non è quella scattata dall’alto, dai satelliti rappresentati dalle agenzie di rating, ma dal basso, come in un selfie appunto, attraverso l’analisi del nostro sistema per avere un punto di vista differente e che ci restituisca certezze, per guardare al futuro con fiducia.