Il rame grazie alle sue proprietà è potenzialmente riciclabile all’infinito, più volte e al 100%, senza perdere qualità: un materiale adatto ad un approccio circolare. KME lo sa bene: è uno dei maggiori produttori al mondo di materiali in rame e lega di rame. Il Gruppo conta 8 siti produttivi (in Europa, Cina e USA), 400.000 tonnellate di volume di vendite annuo e un totale di circa 4.400 dipendenti.
KME spicca nell’elevata innovazione tecnologica, con oltre 70 addetti a R&S e una proprietà intellettuale di circa 50 brevetti e 60 marchi relativi a leghe e processi.
Nella sede di Fornaci di Barga (LU) circa il 72% dei metalli processati proviene da riciclo esterno e riuso interno. Anche per acqua ed energia sono state ideate soluzioni sostenibili, coinvolgendo partner in un’ottica di simbiosi industriale. Come il progetto con il distretto cartario di Lucca, che permetterebbe di trasformare il pulper (scarto di lavorazione della carta) in energia elettrica pulita, autoprodotta con un’apposita piattaforma: KME aumenterebbe così i volumi produttivi riducendo i costi energetici, in un approvvigionamento a brevissima distanza che agevolerebbe anche il distretto cartario. L’idea è coinvolgere altre filiere locali in un Circular District basato sulla condivisione di risorse ed esperienze. Infatti KME ha sostenuto la nascita della Circular Academy, con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e della BIG Academy, con altre imprese internazionali della Toscana: scuole che intercettano la domanda di formazione, ricerca e innovazione sull’economia circolare per i manager di oggi e domani.