Il settore della chimica ha intrapreso da diverso tempo la strada della sostenibilità, supportata dal mercato e da normative sempre più attente al tema ambientale. A trainare l’industria verso questa direzione troviamo la chimica bio-based, il comparto più promettente in termini di crescita e un asset importante per la transizione verso un’economia sostenibile e circolare. Quando parliamo di chimica bio-based facciamo rifermento a quella branca della chimica che utilizza materie prime rinnovabili per la realizzazione di prodotti innovativi e sostenibili (chimica verde o da fonti rinnovabili) che contribuiscono a risolvere problematiche ambientali, utilizzando biomassa in maniera sostenibile.
Parliamo di un settore in cui il mondo agricolo è coinvolto direttamente nel sistema, sia come attore dedito alla cura e alla “custodia” del suolo attraverso pratiche rigenerative, sia come fruitore delle biomasse attraverso processi sostenibili, sia come partner di innovazione, sperimentando i prodotti della chimica bio-based. Il comparto guarda anche alla fine della catena, integrandosi con la raccolta differenziata della frazione organica, promuovendo processi innovativi per la valorizzazione dei rifiuti e il recupero degli scarti. La chimica bio-based rappresenta solo una piccola parte del più ampio settore della bioeconomia, ovvero – come la definisce la Commissione Europea – un comparto che utilizza risorse biologiche rinnovabili del mare e della terra come input per la produzione industriale, alimentare ed energetica.
In questo contesto si va sempre più rafforzando il tema della circolarità, che si manifesta nella realizzazione di prodotti pensati per avere un fine vita circolare. Questi prodotti sono progettati con input di origine agricola o derivati dalla frazione organica dei rifiuti, fanghi e altro, per ridurre lo sfruttamento di risorse non rinnovabili e gli impatti negativi sull’ambiente, e permettere al tempo stesso ai cicli produttivi di essere circolari, ovvero di poter creare nuovo valore da qualcosa arrivato a fine vita. Sono diversi i comparti coinvolti, tra i più importanti quelli dei biopolimeri, biocombustibili, biocarburanti, biolubrificanti, bioerbicidi e biocosmetici. Si tratta quindi di un sistema che promuove un nuovo modo di progettare, consumare e smaltire i prodotti, sostituendo le applicazioni per le quali esiste il rischio di degrado delle risorse naturali e creando valore aggiunto dalla interconnessione di diverse filiere. L’accelerazione sui temi della chimica bio-based – nonché del più ampio settore di cui fa parte, ovvero la bioeconomia – si riflette sulle numerose strategie europee di cui è oggetto. Tra gli obiettivi principali di norme e direttive: la neutralità climatica, la rigenerazione dei suoli e della biodiversità, la valorizzazione della frazione organica dei rifiuti e la transizione verso prodotti bio-based, a sostituzione della plastica. Tutti traguardi che la chimica bio-based, con le sue caratteristiche peculiari, può aiutare a raggiungere.
———-
Continua a leggere “La chimica bio-based ” p. 248 di Green Italy 2021 Un’economia a misura d’uomo per il futuro dell’Europa, la ricerca su dati e storie della green economy italiana di Symbola e Unioncamere.