La ricerca «Giovani dentro» promossa da Rabitare l’Italia conferma come sia cambiata profondamente la percezione del ruolo e dell’importanza dei territori, in particolare di quelli montani che, oltre ad interessare la maggior parte delle cosiddette aree interne, rappresentano ben il 54% della superficie del Paese.

Territori ritenuti fino a ieri marginali che riconquistano una nuova centralità, sollecitata dalla consapevolezza sempre più diffusa che è qui che si giocheranno alcune delle sfide principali della nostra contemporaneità; da quella climatica all’urgenza e necessità di un equilibrio territoriali che la pandemia ha fatto riemergere.

Al di là dell’eccessive enfasi e aspettative sui processi di dispersione abitativa, flussi turistici che nelle ultime due estati han interessato le montagne italiane confermano l’affermarsi di una nuova sensibilità legata anche alla crescente domanda sociale di qualità ambientale, di salubrità e tranquillità, di luoghi dove il distanziamento fisico non è una misura coercitiva, ma una condizione di normalità, la modalità di una socialità che gode di condizioni patio temporali altrove impensabili. La pandemia ha così accelerato e condensato processi di riconsiderazione e riemersione delle aree deboli e marginali in corso da qualche decennio.