E’ possibile dare una misura economica alla qualità? IL PIQ – Prodotto Interno Qualità – è una delle risposte a questa domanda e si puó considerare come uno strumento complementare al PIL. Ma il PIQ puó misurare la qualità anche a livello locale? Si puó calcolare quanto ambiente, tradizione e capitale umano, ci siano dietro la filiere produttive di una Regione? Quantificare il valore aggiunto di produzioni di beni e servizi di un territorio: è questo l’obiettivo per cui Symbola, Fondazione per le qualità italiane, ha realizzato il PIQ per la Toscana, grazie al contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Dalla ricerca emerge un valore pari al 59,41%, legato, in particolare, ai settori storici del manifatturiero ma anche a settori innovativi come la meccanica e l’informatica. Viene fuori, inoltre, un sistema regionale che sta affrontando bene la crisi grazie anche a un orientamento della produzione verso la green economy, tema di cui si discute in questi giorni a Copenhagen nella conferenza sul clima.
In Toscana, il manifatturiero è stato in grado di coniugare saperi antichi con design, innovazione e ricerca. Non è un caso che molti dei grandi brand italiani, dalla moda alla nautica, dalla meccanica all’arredamento, siano nati e tutt’ora realizzino qui le loro produzioni. Qui si riscontrano, inoltre, valori elevati di qualità non solo nei settori manifatturieri tradizionali, ma anche in quelli ad alto tasso di innovazione, quali la meccanica e l’elettronica, in cui il PIQ raggiunge un valore parziale, pari al 71%. Il tessuto produttivo regionale vede molte aziende all’avanguardia nella meccanica, nella robotica, nel farmaceutico, nella ricerca scientifica, nelle telecomunicazioni, nell’aerospaziale, nella produzione di energia e sempre piú spazio si da agli investimenti “green”.
A presentare il PIQ Regionale ,a Firenze, oggi c’erano: Gabriello MANCINI Presidente Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Ermete REALACCI Presidente Fondazione Symbola, Matteo RENZI Sindaco Comune Firenze, Renzo CRESCIOLI Assessore Ambiente e Reti informative Provincia Firenze, Federico GELLI Vicepresidente Regione Toscana, Fabio RENZI Segretario generale Symbola, Livio BARNABÓ Coordinatore tecnico scientifico PIQ Toscana, Fabio BANTI Presidente Confartigianato Toscana, Andrea CALISTRI Presidente Consorzio Centopercento Italiano, Antonella MANSI Presidente Confindustria Toscana, Tulio MARCELLI Presidente Coldiretti Toscana, Valter TAMBURINI Presidente CNA Toscana, Fabrizio VIGNI Presidente APEA Agenzia per l’Energia e l’Ambiente Provincia Siena.
“Per rispondere alla crisi in atto”, dichiara Ermete Realacci, “è sicuramente necessario rafforzare gli ammortizzatori sociali, difendere i redditi piú deboli, garantire il credito alle piccole e medie imprese. Ma dobbiamo lavorare anche al rilancio della vocazione propria del nostro sistema produttivo. Parlare infatti oggi di green economy, di un’economia basata sulla qualità, sull’innovazione, sulla conoscenza, sulla forza dei territori, non significa solo accompagnare i cambiamenti in atto, a cominciare dalla sfida del clima, ma anche rispondere alla crisi rendendo piú coesa la nostra società, piú forte le nostre imprese. Ce ne sono tutte le condizioni e la nostra Toscana, come dimostra lo studio di oggi, puó svolgere un ruolo importante.”
“La strada della qualità – commenta Gabriello Mancini -, specie in un momento di crisi diffusa, è certamente quella da percorrere per poter affermarsi nella globalizzazione dei mercati, evitando delocalizzazioni produttive e valorizzando professionalità, la cultura che sta dietro a certe produzioni, la sostenibilità sociale e ambientale di esse. E i dati che derivano dall’analisi effettuata da Symbola appaiono confortanti per la situazione in Toscana. Solo infatti con l’innovazione, l’attenzione all’ambiente, la sostenibilità dello sviluppo si riesce ad ottenere quel valore aggiunto che consente di essere competitivi e di avere specificità di eccellenza che costituiscono motivo di considerazione ed attenzione. Del resto il concetto della qualità è molto presente nella mission della nostra Fondazione. Puntiamo molto sullo sviluppo sostenibile, la tutela ambientale, e abbiamo rivolto particolare attenzione, anche per le caratteristiche di alcune produzioni della nostra provincia, sulla qualità nell’agroalimentare promuovendo azioni legate a questo settore”.
Alcuni talenti della qualità Toscana:
La città di Pisa si è guadagnata il titolo di “provincia piú tecnologica d’Italia”, ponendosi in testa alla classifica per la quota di PIL destinata ad attività di R&S: ben 3,5%, una percentuale non solo tre volte maggiore alla spesa media italiana, ma addirittura superiore a quella europea e statunitense. Qui, grazie all’impegno dei ricercatori dell’Università Sant’Anna, si creano robot bio-ispirati, che imitano forme e comportamenti dell’essere umano o di varie specie animali. Siena è sempre piú all’avanguardia nelle biotecnologie, grazie anche a Toscana Life Science, il polo scientifico e tecnologico che sostiene attività di ricerca nel settore delle scienze della vita, promuovendo lo sviluppo di progetti orientati ad un’applicazione. A Viareggio si costruiscono i mega yacht in cui l’Italia è leader a livello mondiale.
La carta dell’innovazione è quella su cui puntare anche per promuovere la ripresa del manifatturiero che è stato, ed è tutt’ora, il perno su cui poggia il sistema economico della regione, come conferma il valore del PIQ pari a 70,91% nei settori della meccanica e dell’elettronica. In questo senso i risultati della ricerca forniscono indicazioni interessanti: nonostante il periodo sfavorevole, uno dei comparti tradizionali piú importanti, tessile abbigliamento, registra uno dei valori piú alti di PIQ, il 66,40%, come pure il sistema pelli che raggiunge il 63,32%. Basti pensare ad esempio al “distretto del lusso” di Scandicci, in provincia di Firenze, divenuto un polo di eccellenza nel settore della pelletteria di alta gamma, nel quale sono presenti alcune centinaia di aziende di ogni dimensione: dalle piú grandi firme del mercato mondiale, alle medie imprese che hanno relazioni dirette con i grandi brand ma che realizzano anche prodotti propri, fino ad arrivare ad una fittissima rete di sub-fornitori che lavorano in conto terzi. Un territorio che ha puntato sull’eccellenza, non è un caso che sia nato qui il Consorzio 100% italiano, un network di imprese di eccellenza che producono interamente in Italia. Tra i processi di riconversione qualitativa va menzionato il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, la cui specializzazione produttiva è l’industria delle pelli, del cuoio e delle calzature, con 1.671 imprese e 1.972 unità locali. In questo territorio opera il consorzio ASSA che con circa 200 associati rappresenta oggi uno dei principali attori della qualità del settore. Le aziende del distretto realizzano oltre il 90% della produzione italiana del Vero Cuoio Italiano da suola, e il 70% della produzione dei paesi dell’Unione Europea, mentre la produzione calzaturiera riferita all’area pisana è orientata principalmente alle scarpe da donna di fascia medio-alta e sandali. In questi anni a resistere e a vincere la sfida sono state quelle aziende che, giocando la carta dell’aggregazione per rete, dell’innovazione e delle produzioni di qualità, si sono riposizionate sul mercato internazionale, conquistando importanti nicchie.