AMBIENTE, REALACCI: “LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE PROTAGONISTE DELLA SFIDA DELLA QUALITA’ E DELLA GREEN ECONOMY”

“Quella della green economy è la via che può cambiare l’Italia, è un’idea di futuro per l’economia, la società, la politica. Ed è una prospettiva credibile per superare la grave crisi che stiamo attraversando. Il ricchissimo tessuto di piccole e medie imprese rappresenta per il Paese un patrimonio importantissimo ed utile per affrontare le difficoltà economiche e la crisi. Istituzioni e Pubblica Amministrazione, da parte loro, hanno il dovere di intervenire in sostegno della nostra economia, innanzitutto saldando i debiti maturati verso le imprese, e quindi mettendo in campo misure che possono ridare fiato alle famiglie e spingere l’economia interna, favorendo i settori con più alta capacità di creare posti di lavoro. E’ il caso dell’eco-bonus per l’efficienza energetica in edilizia. Una misura in grado di far partire interventi per circa 18 miliardi di euro e attivare, in piena crisi, oltre 50 mila posti di lavoro all’anno, che va stabilizzato ed esteso al consolidamento antisismico sia per dare sicurezza ai cittadini, che per rilanciare nel segno della qualità un settore importante e in difficoltà come l’edilizia” lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, intervenendo oggi al Convegno CNA “Green Economy e Crescita. Nuova Economia e Sviluppo Sostenibile”.

“Dobbiamo scommettere sull’innovazione, sulla qualità, sulla green economy – conclude Realacci -, come hanno fatto in questi anni il 23,6% delle imprese italiane dalle quali arriva un contributo importantissimo. Perché investire in tecnologie e prodotti ‘verdi’ non vuol dire ‘solo’ diventare più sostenibili, ma significa anche fare innovazione: il 37,9% delle aziende che fa investimenti green introduce innovazioni di prodotto o di servizio, contro il 18,3% delle imprese che non investono nell’ambiente. E significa export: il 37,4% delle imprese green vanta presenze sui mercati esteri, contro il 22,2% delle altre”.