Sono vestiti come astronauti ma non sono mai stati nello spazio, lavorano in una camera pulita ma non sono chirurghi. Si tratta dei tecnici di LFoundry, azienda nata nel 2008 con sede ad Avezzano (AQ) da 225 milioni di dollari di fatturato annuo e oltre 1.500 addetti, una delle punte più avanzate dell’industria italiana.

LFoundry produce principalmente sensori di immagine che trovano applicazione soprattutto nei sistemi avanzati di assistenza alla guida. Si tratta di oggetti prodotti con tecnologia di altissima precisione su dischi di silicio dal diametro di 200 mm, chiamati wafer. Questi sensori ottici, montati ad esempio sulle auto a guida autonoma, possono aiutare a mantenere la corsia, leggere i segnali stradali, favorire la frenata di emergenza autonoma e così via.

Questa realtà tecnologicamente all’avanguardia non esisterebbe se nel 2013 i dipendenti non avessero deciso di sostenerla. L’allora Micron Technology decise infatti di vendere lo stabilimento produttivo di Avezzano alla piccola tedesca LFoundry, su cui, però, in pochi avrebbero puntato. È qui che entrano in gioco i dipendenti, in particolare i manager, che rilevano una parte delle quote azionarie, consentendo all’impresa di proseguire la sua attività fino all’arrivo della cinese SMIC nel 2016 e dal 2019 della giapponese Jiangsu CAS-IGBT. Un gioco di squadra che ha portato l’impresa a diventare tra i leader mondiali nel settore dell’imaging.