Nel primo incontro di «Capitale umano», ceo e manager hanno ribadito l’importanza dello «human touch» (tipico degli italiani), anche nella digitalizzazione. L’università e le competenze ibride Andrea Bonafede Due miliardi di euro per investire sul «capitale umano» dei 3 milioni e 2oo mila dipendenti della Pubblica amministrazione. Un piano straordinario di formazione per rendere flessibile e digitale una «macchina» cruciale per il Paese. Numeri e concetti su cui il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha insistito durante il primo appuntamento del 2022 di «Capitale Umano», la serie di incontri che il Corriere e L’Economia organizzano con Accenture e Amazon per parlare delle nuove dimensioni del lavoro attraverso il mix di persone, competenze e tecnologie. 11 percorso ha preso il via venerdì scorso. Per Brunetta, digitalizzazione, rinnovamento e formazione sono le linee guida. «Assumeremo circa 1oomila persone all’anno e stiamo implementando pacchetti per la formazione digitale e il progetto “no e lode”: qualunque dipendente pubblico voglia laurearsi può farlo iscrivendosi all’università pagando un terzo delle tasse ha detto il ministro -. Abbiamo aperto un portale online per il reclutamento, diventeremo una sorta di Linkedln della Pa. Teniamo molto a questi progetti, perché un capitale umano formato e aggiornato fa bene al Paese». Il contesto in cui ragiona Brunetta è quello dell’Italia del Pnrr, con i suoi 191 miliardi di euro di risorse. Un’occasione imperdibile per mettere a terra l’imperativo che guida molte strategie del pubblico e del privato: digitalizzare. E magar pensare un nuovo rapporto tra persone e te cno logia, come sostiene Mauro Macchi, ceo di Accenture Italia: «Il tema viene affrontato in ter mini diversi rispetto a 15 anni fa. La digitalizza . zione veniva vista come investimento in tecnologie, non in competenze. Oggi, invece, abbiamo capito che lo “human touch” è essenziale. Le competenze devono essere ibride per consentire alle persone di tenere il passo dell’evoluzione tech. ll Pnrr amplierà il bisogno di formazione, ma genererà la nascita di nuovi mestieri. Un’occasione a cui gli ecosistemi pubblici e privati devono contribuire per permettere al Paese di crescere in modo sostenibile». Il futuro del lavoro richiederà l’ibridazione delle competenze, per offrire alle persone la possibilità di compiere percorsi diversi anche all’interno di una stessa azienda. Una direzione già intrapresa da Amazon: «Stiamo superando la distinzione tra una visione tecnica e una umanistica in favore di una fusione racconta Salvatore lorio, HR Country manager di Amazon Italia -. Il valore fondamentale per portare avanti la multidisciplinarietà è la curiosità: noi cerchiamo questa qualità quando valutiamo le persone da assumere, perché portarle a bordo significa investire a lungo termine». Un esempio di multidisciplinarietà è quello di Maire Tecnimont, gruppo del settore ingegneristico, tecnologico ed energetico, che sta insistendo sulla figura di «ingegnere umanista»: «11 nostro settore deve mettere la propria attività di ingegno al servizio delle rivoluzioni digitale e verde dice Pierroberto Folgiero, ceo di Maire Tecnimont -. Per verticalizzare le nostre qualità tecniche, nei prossimi cicli industriali dovremo appoggiarci sui saperi umanistici, su cui si basano il pensiero critico e il problem solving tipici della nostra cultura. Coltivare questa solida base dell’ingegnere italiano ci renderà di’ stintivi rispetto alla concorrenza». 11 cambiamento nel lavoro inizia dal mondo accademico, che, secondo la rettrice dell’Università Bicocca di Milano, Giovanna lannantuoni, «deve anticipare il cambiamento, investire nel capitale umano e puntare sulla multidisciplinarietà. Bisogna arrivare al punto in cui le competenze trasversali sono parte di un percorso più ricco, che permette allo studente di adattarsi ai cambiamenti». Una dimensione connessa al capitale umano è quella della sostenibilità. E l’offerta di percorsi formativi che puntino sul green è una dinamica a cui, come dice Marco Frey, presidente della Fondazione Global Compact Italia, «i giovani di oggi prestano molta attenzione alla scelta delle aziende per cui lavoreranno. Secondo il rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere che osserva ogni anno l’andamento della transizione verde in Italia, da qualche anno abbiamo superato la soglia del lo% di dipendenti con forti competenze green». Dallo stesso rapporto emerge la relazione tra coltivazione del capitale umano e progresso: «Le aziende che innovano di più sono quelle che riescono a creare maggiore coesione con i dipendenti sostiene Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola -. questa una caratteristica italiana, che non si può leggere attraverso i soli numeri: le migliori imprese sono quelle che hanno relazioni sane con la comunità e i territori». A concludere l’incontro, due esempi di multidisciplinarietà e cambiamento. Elena Ceccolini, manager di Amazon per anni pilota dall’Aeronautica militare, ha adattato le competenze acquisite alla dimensione dell’azienda. Sara Vascotto, Sustainability manager di Accenture, ha invece visto cambiare il concetto stesso di sostenibilità mentre progettava percorsi e modelli di trasformazione «green» per le imprese. Anche in questo caso, competenze ibride e flessibilità sono le chiavi del successo.