Istituire il Centro di eccellenza per le industrie culturali e creative con una mission a tre livelli: motore di innovazione nei modelli per le ICC, portare cultura e creatività in maniera maggiore nei sistemi produttivi manifatturieri e dei servizi nazionali per renderli più competitivi e, infine, concorrere al progetto importantissimo di un Bauhaus europeo in cui la cultura diventerebbe un motore di innovazione e progettazione per l’Europa che verrà. Domenico Sturabotti, direttore di Symbola, commenta con AgCult un emendamento alla Manovra che chiede proprio di istituire un Centro di Eccellenza per le Industrie Creative, sul modello del Kompetenzzentrum Kultur-und Kreativwirtschaft tedesco, al fine di promuovere l’innesto di attività creative – quali design, grafica, videogiochi, etc. – nel tessuto produttivo, ed in particolare favorire la diffusione delle attività creative e la loro contaminazione e collaborazione con gli altri settori produttivi e industriali. L’auspicio di Sturabotti è, chiaramente, che questo emendamento venga accolto.
L’IMPEGNO DI SYMBOLA
A inizio ottobre poi, sempre Symbola insieme a ADI, Federculture, Alleanza delle Cooperative Italiane Cultura, Fondazione Fitzcarraldo aveva lanciato un appello per favorire l’integrazione delle filiere culturali e creative nel percorso di rilancio del made in Italy in un momento difficile. “Pensiamo – si leggeva nell’appello – che i settori creativi debbano, soprattutto in questo momento, rappresentare una infrastruttura chiave per sviluppare quell’innovazione necessaria per raggiungere gli obiettivi promossi dai programmi Next Generation EU e Green New Deal, per rendere il nostro Paese più forte”.
Se dobbiamo pensare, aggiunge ora Sturabotti, “a un mondo in cui cambierà un po’ tutto – ‘dal cucchiaio alla città’ – servirà un cantiere progettuale in cui tutto viene ripensato. E dove la cultura e la creatività potranno avere un ruolo centrale in questa progettazione”.
I TRE LIVELLI DI INTERVENTO DEL CENTRO PER LE ICC
Il direttore di Symbola precisa gli ambiti che, a suo avviso, dovranno essere al centro dell’Istituto per le ICC, sul modello dell’Istituto italiano di Tecnologia. “Dovrà avere l’obiettivo di generare innovazione innanzitutto per le industrie culturali e creative, a partire dai modelli di business, tenendo conto che l’Italia soffre ancora oggi una dimensione media dell’impresa creativa più ridotta rispetto all’Europa, retribuzioni delle professioni culturali molto basse, scarsa capacità di fare impresa. Dovrà quindi studiare modelli e kit formativi per far evolvere competenze di questo mondo che ha grandi capacità e competenze nel produrre contenuti creativi ma che manca di modelli d’impresa per irrobustire il settore”.
Un altro compito potrebbe essere “che questo Centro aiuti il sistema produttivo italiano ad alimentarsi di contenuti culturali che sono molto pregiati nella competizione, investendo quindi in design e creatività”.
Infine, “questo centro potrebbe concorrere alla costituzione di un Bauhaus europeo, idea lanciata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, fornendo un contributo alla riflessione europea su come le imprese culturali e creative possano contribuire a questa transizione che sarà di tipo epocale”.