MILANO CAPITALE DELLA CULTURA ITALIANA, PRIMA PER INCIDENZA DELLA FILIERA IN TERMINI DI VALORE AGGIUNTO E OCCUPAZIONE, BENE ANCHE LA PROVINCIA DI MONZA BRIANZA 13MA. LA LOMBARDIA SECONDA PER RUOLO DELLA CULTURA NELL’ECONOMIA REGIONALE
IL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO LOMBARDO VALE OLTRE 24 MILIARDI DI VALORE AGGIUNTO: IL CIRCA IL 7% DELLA RICCHEZZA PRODOTTA DALLA REGIONE, MADE IN ITALY E TURISMO PRIMI BENEFICIARI
NELLA CULTURA GLI OCCUPATI SONO 350.000: 1 OCCUPATO SU 4 NELLA CULTURA LAVORA IN LOMBARDIA
REALACCI: “BELLEZZA, CULTURA E CREATIVITA’ FANNO AUMENTARE RICCHEZZA, OCCUPAZIONE E IL SOFT-POWER DELL’ITALIA”
Milano, 7 marzo 2019
Più di 24 miliardi di euro e 350mila addetti collocano la Lombardia ai vertici del panorama culturale italiano. Si tratta di valori che, rispettivamente, incidono per il 7,2% e 7,4%.
Milano si conferma prima su entrambi gli indicatori economici, con incidenze intorno ai dieci punti percentuali. Tra le altre province lombarde, spiccano i risultati di Monza-Brianza, tredicesima per valore aggiunto (7,2%) e addirittura settima per occupazione (7,3%). La Lombardia è prima nella produzione di valore aggiunto nelle filiere dell’Architettura e design (2,6 mld), Comunicazione (2 mld), Editoria (3,9 mld), Software e videogame (3,4 mld) e Performing arts (1,8 mld).
È quanto emerge dal Rapporto “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Symbola e Unioncamere. La cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del made in Italy. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, PA e no profit, genera più di 92 miliardi di euro e ‘attiva’ altri settori dell’economia, arrivando a muovere, nell’insieme, 255,5 miliardi, equivalenti al 16,6% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone, che rappresentano il 6,1% del totale degli occupati in Italia.
Nel complesso, quello produttivo culturale e creativo è un sistema con il segno più: nel 2017 ha prodotto un valore aggiunto del 2,0% superiore. Gli occupati sono invece 1.520.000 con una crescita dell’1,6%, superiore a quella del complesso dell’economia (+1,1%).
È quanto presentato oggi in un evento di presentazione tenutosi a Milano presso la sede del Touring Club Italiano. All’incontro, sostenuto dalla Fondazione Cariplo, sono intervenuti: ERMETE REALACCI Presidente Fondazione Symbola, ARNOLDO MOSCA MONDADORI Consigliere Fondazione Cariplo, LEOPOLDO FREYRIE Architetto e promotore di Symbola, GIOVANNA BARNI Presidente CoopCulture, FILIPPO DEL CORNO Assessore Cultura Comune Milano, STEFANO BRUNO GALLI Assessore Cultura Regione Lombardia e FRANCO ISEPPI Presidente Touring Club. A coordinare i lavori la giornalista ELISABETTA SOGLIO.
Al termine dell’incontro si è tenuta la consegna del Premio Biblioteca Bilancio Sociale 2018, ideato da Mirta Barbeschi.
“Cultura e creatività sono la chiave di volta in tutti i settori produttivi di un’Italia che fa l’Italia – commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – e cresce il loro ruolo nell’economia. La bellezza è uno dei nostri punti di forza. Tanto che, secondo un’indagine della rivista US News e dell’Università della Pennsylvania, siamo addirittura il primo Paese al mondo per la influenza culturale. Un primato legato anche alla nostra capacità di trasmettere cultura e bellezza nelle produzioni e al nostro soft-power. Proprio questo intreccio caratteristico dell’Italia, tra cultura e manifattura, coesione sociale e innovazione, competitività e sostenibilità, rappresenta un’eredità del passato ma anche una chiave per il futuro.
“La Fondazione Cariplo ha sempre agito mettendo in pratica un alto esempio di mecenatismo moderno, affidando alla cultura il ruolo di innovatore e facilitatore di nuove opportunità di sviluppo. La Cultura è considerata da noi un potente strumento di inclusione sociale e di crescita personale. Abbiamo sostenuto progetti culturali in grado di generare sviluppo e opportunità di lavoro come ben dimostra il progetto Distretti culturali, caso unico in Italia e in Europa. Non solo recupero dei beni, ma riscoperta e rinascita del territorio attraverso il rilancio di processi economici, turistici e sociali che mettano al centro il patrimonio artistico e architettonico. L’intervento di Fondazione Cariplo ha portato a intervenire su oltre 400 beni storico-architettonici con un investimento di quasi 90 milioni di euro. Questa visione si basa sulla convinzione che il patrimonio culturale rappresenti un’opportunità unica di sviluppo economico e sociale, il patrimonio si trasforma così in occasione di crescita per le imprese e le comunità” dichiara Arnoldo Mosca Mondadori, Consiglio di Amministrazione Fondazione Cariplo.
La Lombardia
Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo lombardo registra, nel 2017, circa 24 miliardi di euro di valore aggiunto grazie all’impiego di oltre 350mila addetti. Milano è prima nella classifica delle province italiane che più producono ricchezza e occupazione con cultura e creatività. Un risultato raggiunto grazie alla dimensione creativa, ai vertici a livello nazionale. La Provincia Monza e Brianza settima nella classica per occupazione e 13 per valore aggiunto.
La Lombardia è prima nella produzione di valore aggiunto nelle filiere dell’Architettura e design (2,6 mld), Comunicazione (2 mld), Editoria (3,9 mld), Software e videogame (3,4 mld) e Performing arts (1,8 mld).
Ma il ruolo della cultura non si ferma alla sola quantificazione dei valori della filiera. Importanti sono anche i legami tra cultura e turismo. La Lombardia è la prima regione per spesa turistica attivata dalla domanda di cultura (3,9 miliardi di euro) e quinta per incidenza della stessa sul totale della spesa culturale (47,6%, quasi 10 punti in più della media nazionale). Tra le province, ben quattro (Monza-Brianza, Milano, Bergamo e Lecco) si collocano tra le prime venti nel panorama nazionale, con quote che oscillano tra il 65,9% di Monza-Brianza (quinta) fino al 52,6% di Lecco (diciottesima). Per la Lombardia tra le molte imprese citate nel rapporto troviamo la Milestone, leader nello sviluppo di videogiochi. La Sugar, casa produttrice di noti autori e gruppi musicali. La Pinacoteca di Brera, famosa nel mondo; il Museo di Fotografia Contemporanea – MuFoCo entrato nella triennale di Milano.
Io sono cultura è l’unico studio in Italia che, annualmente, quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano senza ombra di dubbio che la cultura è uno dei motori della nostra economia e della ripresa. Arrivato all’ottava edizione, lo studio propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di circa 40 personalità di punta nei diversi settori, alla partnership con Fondazione Fitzcarraldo e Si.Camera e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Dall’analisi emerge con chiarezza quanto il ‘sistema Italia’ debba a cultura e creatività: il 6,1% della ricchezza prodotta in Italia, nel 2017, pari a oltre 92 miliardi di euro. Ma non finisce qui: perché il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) ha un effetto moltiplicatore sul resto dell’economia pari a 1,8. In altre parole, per ogni euro prodotto dal SPCC, se ne attivano 1,8 in altri settori. I 92 miliardi e più, quindi, ne ‘stimolano’ altri 163, per arrivare a 255,5 miliardi complessivamente generati dall’intera filiera culturale; il 16,6% del valore aggiunto nazionale, col turismo come principale beneficiario di questo “effetto volano”. Più di un terzo della spesa turistica nazionale, esattamente il 38,1%, è attivata proprio dalla cultura e dalla creatività. Nell’anno dedicato dalla Commissione europea al Patrimonio culturale è importante ricordare il dovere morale e l’obbligo di restaurare e mettere in sicurezza l’enorme patrimonio culturale nelle aree colpite dai terremoti del Centro Italia. Una sfida che è anche l’occasione per creare un distretto di valore mondiale in cui valorizzare tecnologie, nuovi materiali e competenze. Grazie anche all’impiego, per 10 anni, dell’intera quota dell’8 per mille destinato allo Stato per i beni culturali dell’area del cratere. A questo l’Ue ha destinato notevoli risorse aggiuntive per la conservazione e promozione del patrimonio culturale.
Cosa si intende per Sistema Produttivo Culturale e Creativo
Il rapporto analizza il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, ovvero tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali, ma anche tutte quelle attività che non producono beni o servizi strettamente culturali, ma che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività, che nello studio definiamo creative-driven. Il sistema produttivo culturale si articola in 5 macro settori: industrie creative (architettura, comunicazione, design), industrie culturali propriamente dette (cinema, editoria, videogiochi, software, musica e stampa), patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), performing arts e arti visive a cui si aggiungono le imprese creative-driven (imprese non direttamente riconducibili al settore ma che impiegano in maniera strutturale professioni culturali e creative, come la manifattura evoluta e l’artigianato artistico). Dal mobile alla nautica, larga parte della capacità del made in Italy di competere nel mondo sarebbe impensabile senza il legame con il design, con le industrie culturali e creative.
I settori, i trend
Le industrie culturali producono, da sole, 33,6 miliardi di euro di valore aggiunto (il 2,2% del complessivo nazionale), dando lavoro a 488mila persone (1,9% degli addetti totali). Contributo importante anche dalle industrie creative, capaci di produrre 13,4 miliardi di valore aggiunto, grazie all’impiego di quasi 261mila addetti. Le Performing arts generano, invece, 7,9 miliardi di euro di ricchezza e 141mila posti di lavoro; a conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico si devono 2,8 miliardi di euro di valore aggiunto e 51mila addetti. A questi quattro ambiti, che rappresentano il cuore delle attività culturali e creative, si aggiungono i rilevanti risultati delle attività creative-driven: 34,5 miliardi di euro di valore aggiunto (il 2,2% del complessivo nazionale) e più di 579mila addetti (2,3% del totale nazionale).
Approfondendo l’analisi è interessante individuare le varie componenti che contribuiscono alla produzione di ricchezza in ciascun settore culturale. Le performance più rilevanti, all’interno delle industrie creative, appartengono al sottosettore del design (che produce 8,6 miliardi di euro di valore aggiunto insieme all’architettura; lo 0,6% del valore complessivo) e della comunicazione (4,8 miliardi di euro, lo 0,3%). Ad alimentare la ricchezza prodotta dalle industrie culturali, invece, vi sono il comparto dell’editoria e stampa (da cui deriva lo 0,9% del valore aggiunto nazionale, corrispondente a 13,8 miliardi di euro) e quello dei videogiochi e software (0,8%, pari a 12 miliardi di euro). Due filiere che, insieme, fruttano 25,8 miliardi di euro all’economia italiana. Nel suo complesso il Sistema Produttivo Culturale e Creativo ha prodotto un valore aggiunto e un’occupazione superiore rispetto all’anno precedente (+2,0% nel primo caso e +1,6% nel secondo). Una performance perfettamente in linea con il dato complessivo dell’economia italiana per quanto riguarda il valore aggiunto e superiore riguardo l’occupazione (+1,1%).
Le imprese
Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo italiano conta, a fine 2017, 414.701 imprese, che incidono per il 6,7% sul totale delle attività economiche del Paese.
In particolare, le imprese che operano nei settori del Core Cultura, direttamente collegate alle attività culturali e creative, sono 289.792, a cui va ad aggiungersi la stima relativa alla componente creative driven, dove confluiscono tutte le attività economiche non strettamente riconducibili alla dimensione culturale ma caratterizzate da strette sinergie con il settore (124.909 imprese).
Più del 95% delle imprese operanti nel settore Core Cultura appartiene a due soli ambiti: culturale (148mila imprese, pari al 51,1% del totale) e creativo (127.849 imprese, pari al 44,1% del totale).
Rispetto al 2016, il Sistema Produttivo Culturale e Creativo cresce all’interno di tutti gli ambiti, ad eccezione dell’industria creativa (-0,8%), soprattutto per il comparto editoria e stampa (94.604 imprese, -1,7% sul 2016).
Le imprese femminili sono in aumento nella filiera: sono, infatti, ben 52.297, pari al 18% delle imprese del Core Cultura, in crescita dello 0,3% rispetto al 2016. Più di una impresa femminile su due si concentra nell’editoria (il 53,9%), cui segue, a distanza, il comparto della comunicazione (18,8%).
Per quanto attiene alle imprese giovanili, queste rappresentano il 7,7% della componente Core: anche in tal caso risaltano, in primo luogo, l’editoria, che racchiude poco meno del 40% (39,6%) delle imprese “under 35”, e a seguire il comparto della comunicazione (con il 18,7%). Hanno un’incidenza minore, ma non per questo trascurabile, le imprese condotte da stranieri, che a fine 2017 costituiscono il 3,8% del totale delle imprese del Core cultura, comunque in crescita del +2,7% rispetto al 2016.
Ufficio Stampa Fondazione Symbola
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Ufficio stampa Fondazione Cariplo,
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