Riciclare, ridurre l’impiego di materie plastiche e limitare lo sfruttamento delle risorse naturali sono tre obbiettivi fondamentali nel processo di transizione ecologica. Unirli in una sola start-up, attraverso processi tecnologici brevettati, è la mission di Mixcycling. Fondata nel febbraio del 2020, la giovane realtà vicentina trasforma scarti di lavorazioni agroindustriali a base vegetale in nuovi materiali biocompositi, miscelandoli con polimeri vergini, riciclati o bio-based. Che si tratti di legno, lolla di riso, bambù, sughero o vinaccia, non fa differenza per Mixcling: le fibre vengono selezionate, macinate, sanificate con un processo al plasma freddo che elimina odori e batteri e quindi mixate con la componente polimerica, che può essere modificata a seconda delle esigenze.

Una volta ultimato il processo di trasformazione, il blend ottenuto si presenta come un pellet, adatto ad essere lavorato attraverso tutte le tecniche con cui si trasformano i materiali plastici, dalla stampa 3D all’iniezione a freddo, passando per l’estrusione. I biocompositi Mixclyng offrono infinite possibilità: la componente di fibre naturali può infatti variare dal 10% al 60%, i materiali possono essere biodegradabili, più rigidi o più elastici, a seconda delle indicazioni del cliente. Sostenibili, circolari e flessibili, i biocompositi Mixcycling trovano impiego nei più diversi settori industriali, venendo utilizzati per produrre sedie, tappi per bottiglie di vino, pet toys, packaging per prodotti cosmetici e componenti per l’automotive.