Negli anni ’80, durante l’apprendistato con il maestro Luigino Milani (che produceva telai di bicicletta destinati alle squadre professionistiche per marchi come Bianchi e Pinarello) Dario Pegoretti ha realizzato su commissione telai per i più grandi corridori di quel decennio – da Miguel Indurain a Claudio Chiappucci, da Gianni Bugno a Mario Cipollini e Marco Pantani – che apponevano le decalcomanie dei propri sponsor sui telai saldati a mano da Dario. È stato lui a introdurre nel settore la tecnica della saldatura TIG (Tungsten Inert Gas): tanto resistente quanto leggera, è stata impiegata non a caso in aereonautica a partire dalla seconda guerra mondiale per sostituire i rivetti.  Nel 1990 Dario decide di costruire telai con il proprio nome: sono strutture in cui la maestria tecnica sposa l’arte e la creatività delle decorazioni (sorprendente lo stile pittorico astratto dello schema “Ciavete”: pitture uniche, ispirate al cliente che non le sceglie ma si affida completamente al produttore). La gamma Pegoretti varia dalle linee classiche del telaio Luigino a congiunzione, fino al modello Responsorium in acciaio inox saldato a TIG. Dopo la prematura scomparsa di Dario, la “bottega” viene rilevata dal suo collaboratore di una vita, Pietro Pietricola, e da Cristina Wurdig, per 20 anni  digerente in azienda, per continuare il sogno del marchio “Dario Pegoretti” seguendo la visione del suo fondatore. Come dimostra il modello Round, una macchina da velocità in acciaio con forcellini stampati in 3D e disco nata dal progetto e dalle mani di Pietricola.