Si è tenuta oggi – nella suggestiva cornice di Riomaggiore – la presentazione del progetto "Recupero dei vitigni autoctoni italiani e mediterranei”: un’iniziativa promossa dal ministero dell’Ambiente e del Territorio e che verrà realizzata dal Dipartimento di Produzione Generale della facoltà di Agraria dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con Città del Vino, Coldiretti, Symbola-Fondazione per le Qualità italiane e il Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Il progetto è finalizzato a tutelare la grande varietà dei vitigni tipici presenti sul territorio italiano attraverso la loro mappatura sul territorio nazionale e la creazione di un vivaio con sede nel Parco nazionale della Cinque Terre.
“La viticoltura mediterranea tradizionale ha subito negli ultimi vent’anni una profonda
trasformazione, soprattutto nel nostro Paese – ha spiegato Attilio Scienza, professore
ordinario di viticoltura presso l’Università di Milano e responsabile del progetto. Complice anche la globalizzazione del mercato enologico che ha portato a coltivare poche varietà internazionali, molti vitigni tipici dei nostri territori sono stati dimenticati e rischiano di scomparire”. L’Italia, collocata tra Oriente e Occidente e patria millenaria della viticoltura, possiede infatti un patrimonio di vitigni vastissimo. E al tempo spesso fortemente a rischio. “Accanto ai 350 vitigni tradizionali italiani iscritti al catalogo delle varietà, un numero già di per se cospicuo – sottolinea Scienza – ci sono altri 1000 vitigni, raccolti e presenti in collezioni ma non adeguatamente studiati, e 400-500 vitigni ‘relittuali’, che resistono cioè in pochi individui, presenti in vigneti in stato di abbandono e pertanto a rischio di scomparsa”.
“Per questa ragione – ha affermato Fabio Renzi, segretario generale di Symbola – è
necessario rinnovare il nostro impegno a favore della tutela di un patrimonio che si alimenta di una tradizione millenaria e che costituisce una grande ricchezza per il nostro paese. Dal punto di vista della biodiversità, ma non solo. E’ proprio dai vitigni autoctoni – sottolinea Renzi – che possono arrivare le energie necessarie per affrontare le sfide future che attendono il mondo del vino italiano”.
“Sono molto soddisfatto – ha spiegato Franco Bonanini, presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre – che saranno proprio le Cinque Terre ad ospitare il vivaio che è il cuore di questo progetto per i vitigni autoctoni. Un progetto in linea con la vocazione e le attività del Parco che in questi anni si è speso proprio per recuperare e valorizzare colture e saperi tradizionali e farne il cardine dello sviluppo locale”.
La conferenza ha visto la partecipazione di diversi esponenti dell’amministrazione ligure, fra cui il presidente della Regione, Claudio Burlando.