I DATI DEL DECIMO RAPPORTO GREENITALY DI FONDAZIONE SYMBOLA E UNIONCAMERE
ENERGIE E TALENTI DA VALORIZZARE ANCHE PER LA LOTTA ALLA CRISI CLIMATICA:
UNA SFIDA PER L’ECONOMIA, L’INNOVAZIONE E UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADE IN ITALY
432 MILA IMPRESE ITALIANE NEGLI ULTIMI 5 ANNI HANNO INVESTITO SULLA GREEN ECONOMY
PER SUPERARE LA CRISI E AFFRONTARE IL FUTURO
IN ITALIA 3,1 MILIONI DI GREEN JOBS, IL 13,4% DEGLI OCCUPATI
TOSCANA TRA LE PRIME DIECI REGIONI ITALIANE PER NUMERO DI IMPRESE CHE EFFETTUANO ECO‐
INVESTIMENTI E PER CONTRATTI STIPULATI A GREEN JOBS
FIRENZE NELLA TOP TEN NAZIONALE DELLE PROVINCE PER NUMERO DI IMPRESE CHE INVESTONO GREEN
2019 RECORD ECO INVESTIMENTI CON 21,5%, DATO PIU’ ALTO ULTIMI 10 ANNI CORRISPONDENTE A UN
VALORE ASSOLUTO DI QUASI 300 MILA IMPRESE E DI 7,2 PUNTI SUPERIORE A QUANTO REGISTRATO NEL 2011
IN TOSCANA IL DIFFERENZIALE TRA IL QUINQUENNIO (2010‐2014) E L’ULTIMO QUINQUENNIO (2015 – 2019)
E’PARI A 4.964
L’OCCUPAZIONE GREEN NEL 2018 È CRESCIUTA RISPETTO AL 2017 DI OLTRE 100 MILA UNITÀ, CON UN
INCREMENTO DEL +3,4% RISPETTO AL +0,5% DELLE ALTRE FIGURE PROFESSIONALI
ENERGIE E TALENTI DA VALORIZZARE ANCHE PER LA LOTTA ALLA CRISI CLIMATICA:
UNA SFIDA PER L’ECONOMIA, L’INNOVAZIONE E UN’OPPORTUNITÀ PER IL MADE IN ITALY
ITALIA PRIMA PER RIFIUTI RICICLATI: IL 79% DEL TOTALE
STURABOTTI (FONDAZIONE SYMBOLA): “IL RAPPORTO GREENITALY, ARRIVATO ALLA DECIMA EDIZIONE, REGISTRA, ATTRAVERSO UN’ANALISI DEI DIVERSI INDICATORI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, UN CAMBIAMENTO NELLA CULTURA DELLE AZIENDE”
BISTONI (LASCAUX): “È NECESSARIO INDIRIZZARE L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA VERSO IL BENESSERE DELLE PERSONE NEL RISPETTO DEL PIANETA. OGGI ABBIAMO LA RESPONSABILITÀ DI UTILIZZARE ETICAMENTE LE NUOVE TECNOLOGIE PER MIGLIORARE LA COMPETITIVITÀ LAVORANDO IN MANIERA SOSTENIBILE E TRASPARENTE, PROMUOVENDO I COMPORTAMENTI VIRTUOSI DELLA COMUNITÀ”
Arezzo, 15 novembre 2019. La green economy è stata, in questi anni difficili, la migliore risposta alla crisi, una strada che guarda avanti e affronta le sfide del futuro incrociando la natura profonda della nostra economia: la spinta per la qualità e la bellezza, la coesione sociale, naturali alleate dell’uso efficiente di energia e materia, dell’innovazione, dell’high‐tech. Una coraggiosa e vincente evoluzione di sistema avviata ‘dal basso’, che si basa su investimenti e produce lavoro, sostiene la coesione delle comunità e si intreccia con il territorio. In occasione dei dieci anni del Rapporto GreenItaly, si coglie una accelerazione verso il green del sistema imprenditoriale italiano con uno studio su oltre 300 storie di economia circolare. Record di eco investimenti nel 2019, anno in cui la quota raggiunge un valore pari a 21,5%, corrispondente a un valore assoluto di quasi 300 mila imprese e di 7,2 punti superiore a quanto registrato nel 2011. Lo racconta GreenItaly 2019: il decimo rapporto della Fondazione Symbola e di Unioncamere – promosso in collaborazione con Conai, Ecopneus e Novamont, con la partnership di Si.Camera e Ecocerved e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – che misura e pesa la forza della green economy nazionale.
Sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2015‐2018, o prevedono di farlo entro la fine del 2019 in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. In pratica quasi un’azienda italiana su tre, il 31,2% dell’intera imprenditoria extra‐agricola. E nel manifatturiero sono più di una su tre (35,8%). Solo quest’anno, quasi 300 mila aziende hanno investito, o intendono farlo entro dicembre, sulla sostenibilità e l’efficienza. Il rapporto è stato presentato oggi, ad Arezzo, all’evento organizzato da Lascaux presso la Casa dell’Energia.
“Il rapporto GreenItaly, arrivato alla decima edizione, registra, attraverso un’analisi dei diversi indicatori di sostenibilità ambientale, un cambiamento nella cultura delle aziende. Fotografa una realtà per certi versi in attesa – afferma il direttore della Fondazione Symbola Domenico Sturabotti ‐ in cui il nostro Paese guadagna le prime posizioni in Europa in molti ambiti, in particolare sul fronte del riciclo dei rifiuti e del riutilizzo delle materie. Con 29.467 imprese green la Toscana è al sesto posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto di aziende che hanno investito, o investiranno entro l’anno, in tecnologie green. Il Rapporto mette, inoltre, in relazione diretta gli indicatori di ecoefficienza delle imprese con la loro competitività. Al crescere degli investimenti green, aumentano anche il fatturato e gli occupati. Un dato interessante riguarda l’economia
circolare, in cui l’Italia ha una posizione di assoluta leadership in Europa: pur essendo il secondo Paese manifatturiero dell’Unione, ha il più basso consumo pro capite di materia. E’ il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: il 79%, contro il 38% della media Ue, il 55% della Francia e il 43% della Germania”.
“C’è una nuova materia prima, davvero rinnovabile, riciclabile e alte performance che oggi è il motore di ogni attività produttiva che possiamo immaginare. È il software. Oggi Lascaux celebra 15 anni di eccellenza nell’ingegneria informatica che le ha permesso di essere al fianco di importanti imprese e istituzioni italiane che hanno affrontato con successo i cambiamenti tecnologici. È riduttivo e pericoloso pensare all’informatica come semplice acceleratore del business, strumento per incrementare le prestazioni o la velocità di produzione alimentando solo una domanda di sostituzione e distrazione, che mal si concilia con la necessità di un rilancio economico.” Giuseppe Bistoni, Fondatore e CEO di Lascaux invita a riflettere sul ruolo della tecnologia. “È necessario oggi indirizzare l’innovazione tecnologica verso il benessere delle persone nel rispetto del pianeta. Abbiamo la responsabilità di utilizzare eticamente le nuove tecnologie per migliorare la competitività lavorando in maniera sostenibile, trasparente e promuovendo i comportamenti virtuosi della comunità”.
TOSCANA
Con 29.467 imprese green la Toscana è al sesto posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto
di aziende che hanno investito, o investiranno entro l’anno, in tecnologie green.
Passando dal livello regionale a quello provinciale, è Firenze con le sue 8.068 imprese green la provincia più virtuosa della Toscana per eco‐investimenti. La buona performance della provincia di Firenze è confermata anche su scala nazionale, si colloca infatti all’undicesimo posto in Italia nella graduatoria per numero di imprese che investono green. Ma i primati della regione non si fermano qui: con 26.661 nuovi contratti stipulati a green jobs, il 5,1% del totale nazionale, la Toscana è settima nella graduatoria regionale per numero di contratti programmati entro l’anno. Un analogo risultato è vantato anche da Firenze che con le sue 9.643 contratti è tra le prime venti province italiane.
I protagonisti toscani della sostenibilità citati in GreenItaly: Associazione LP, Burberry (Italy) Agency srl, Center for Generative Communication – Unifi, Conceria Superior Spa, Confindustria Toscana Nord, CONSORZIO AQUARNO SPA, Consorzio Conciatori Ponte Egola, Consorzio Cuoio Depur S.P.A., Consorzio Italiano di Implementazione Detox, CONSORZIO VERA PELLE ITALIANA CONCIATA AL VEGETALE, Dell’Orco & Villani, Industria Plastica Toscana, Laboratorio Buzzi, Newport S.r.l., Next Technology Tecnotessile (Ex Tecnotessile Società Nazionale di Ricerca Tecnologica s.r.l.), Pitti Filati, RE‐CORD ‐ Renewable Energy Consortium for Research and Demonstration, REGIONE TOSCANA, Rifò, SALVATORE FERRAGAMO SPA, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa studi universitari e di perfezionamento, Speziali Laurentiani ‐ Azienda agricola “Il Verbasco”, Tenuta Bocelli.
Green economy
Le aziende di questa GreenItaly hanno un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo italiano: con specifico riferimento alle imprese manifatturiere (5–499 addetti), il 51% delle eco‐investitrici ha segnalato un aumento dell’export nel 2018, contro il più ridotto 38% di quelle che non hanno investito. Queste imprese innovano più delle altre: il 79% ha sviluppato attività di innovazione, contro il 61%
delle non investitrici. Innovazione che guarda anche a Impresa 4.0: mentre tra le imprese eco‐investitrici il 36% ha già adottato o sta portando avanti progetti per attivare misure legate al programma Impresa 4.0, quelle non investitrici sono al 18%.
Green Jobs: occupazione e innovazione.
Nel 2018 il numero dei green jobs in Italia ha superato la soglia dei 3 milioni: 3.100.000 unità, il 13,4% del totale dell’occupazione complessiva (nel 2017 era il 13,0%). L’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali. La green economy è anche una questione anagrafica. Una importante spinta al nostro sistema manifatturiero verso la sostenibilità ambientale, infatti, è impressa dai giovani imprenditori: tra le imprese guidate da under 35, il 47% ha fatto eco‐investimenti, contro il 23 delle over 35. Green economy significa anche cura sociale: il 56% delle imprese green sono imprese coesive, che investono cioè nel benessere economico e sociale dei propri lavoratori e della comunità di appartenenza relazionandosi con gli attori del territorio (altre imprese, stakeholder, organizzazioni non profit, ecc.); tra le imprese che non fanno investimenti green, invece, le coesive sono il 48%.
Leadership europea nelle performance ambientali
Le imprese di GreenItaly, incluse le PMI, hanno spinto l’intero sistema produttivo nazionale e il Paese verso una leadership europea nelle performance ambientali. Leadership che fa il paio coi nostri primati internazionali nella competitività. Queste oltre 430 mila imprese hanno dato all’Italia una leadership nella sostenibilità che possiamo misurare constatando che il nostro sistema industriale, con 14,8 tonnellate equivalenti di petrolio per milione di euro prodotto, è il secondo tra quelli dei grandi UE per input energetici per unità di prodotto: dietro alla Gran Bretagna (13,7, che ha però un’economia guidata dalla finanza) ma davanti a Francia (15,6), Spagna (17,3) e Germania (17,8). Stesso discorso per gli input di materia: con 285,9 tonnellate per milione di euro prodotto siamo dietro alla Gran Bretagna (240,1) ma davanti a Francia (340,5), Spagna (355,3) e Germania (399,1). Siamo i più efficienti nella riduzione di rifiuti: le nostre imprese ne producono 43,2 tonnellate per milione di euro, quelle spagnole 54,7, quelle britanniche 63,7, le tedesche 67,4 e le francesi 77,4. Oltre ai rifiuti le emissioni climalteranti: con 97,3 tonnellate di CO₂ equivalenti ogni milione di euro, fanno meglio di noi Francia (80,9, forte del nucleare) e Regno unito (95,1) mentre distanziamo Spagna (125,5) e soprattutto Germania (127,8). L’attenzione delle imprese all’ambiente si legge anche nella crescita dei brevetti green in Italia: complessivamente 3.500 (10% dei brevetti europei). Con un aumento del 22% nel periodo 2006‐2015, e una dinamica in controtendenza rispetto ai brevetti in generale. L’Italia è il terzo Paese al mondo, dopo Cina e Giappone e davanti a Spagna, Germania, Francia ma anche Usa, per numero di certificazioni ISO 14001.