Il presepe per un’economia e una società a misura d’uomo nasce sotto l’egida del Manifesto di Assisi per questo Natale segnato dal Covid. Si tratta del primo Presepe con i nuovi eroi della quotidianità con cui Fondazione Symbola, Confartigianato e Coldiretti vogliono portare un loro contributo, volto a far capire ancora meglio la straordinaria attualità e forza di questa narrazione gentile del Manifesto.

Perché “molte sono le cose da fare per rispondere alla sfide della crisi. A partire dalle comunità e dalle nostre tradizioni più radicate. E tra le tradizioni che possono aiutarci nei momenti che stiamo attraversando, un ruolo importante può svolgerlo più che mai il presepe” afferma il presidente Symbola ErmeteRealacci.

Il nuovo personaggio del Presepe 2020 è infatti l’infermiera anti Covid per simboleggiare l’impegno di tutto il mondo della sanità e della cura, in particolare dei più deboli. L’idea è stata quella di affidare all’abilità di un artigiano esperto – la prestigiosa bottega d’arte presepiale napoletana ‘La Scarabattola’ dei Fratelli Scuotto –  la raffigurazione in statuina dell’immagine di chi oggi interpreta la possibilità di riscatto della vita della comunità e costituisce un perno e un punto di appoggio per le nostre speranze.

“Come ha detto Papa Francesco per uscire da questa crisi dobbiamo recuperare la consapevolezza che come popolo abbiamo un destino comune. È questo lo spirito del Manifesto di Assisi e di questa iniziativa che vuole dare maggior forza alle comunità attraverso una delle tradizioni più sentite, quella del presepe” ha affermato il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci nel sottolineare “lo sforzo straordinario e generoso in difesa delle nostre vite e delle nostre comunità, svolto dal mondo della sanità, rappresentato da un’infermiera”.

Le statuine saranno poi distribuite dalla Coldiretti e dalla Confartigianato su tutto il territorio nazionale per essere consegnate ai Vescovi delle singole Diocesi.  Una speciale edizione a grandezza naturale è collocata anche in un luogo simbolo della tradizione presepiale come la città di Assisi  che quest’anno si è trasformata in un Presepe diffuso e immaginario grazie alla collaborazione di molti partner messi insieme da Fondazione Symbola e il Sacro Convento.

Una città iconica trasfigurata con un gioco di luci, ideato dall’architetto Mario Cucinella, e ad una serie di video proiezioni sulle facciate della Basilica Superiore di San Francesco e della Cattedrale di San Rufino con un itinerario di collegamento tra i due, e del complesso monumentale di Santa Chiara oltre che delle statue del presepe presso la Basilica ed altre dislocate nella città.  Il videomapping, realizzato grazie alla collaborazione speciale di Enel Group, sarà visibile anche utilizzando la web app nataledifrancesco.it  fino al 6 gennaio.

Un presepe che rappresenta,  per i partner coinvolti e il messaggio veicolato, una scelta per un’economia più sostenibile e a misura d’uomo coerente con il Manifesto di Assisi e con il messaggio della Laudato Si.

Symbola, Confartigianato e Coldiretti  hanno anche presentato i risultati di un’indagine curata da Ipsos sulla percezione del Presepe. Emerge che quest’anno il 40% degli italiani ha deciso di fare il presepe per non rinunciare a una tradizione che considerano importante e che simboleggia per tutti i cristiani la presenza di Dio nella vita di tutti i giorni. Il peso forte del presepe nella percezione degli italiani lo dimostra il fatto che oltre 6 italiani su 10 (61%) lo considera importante per la famiglia e in maniera ancora più marcata (64%) per la comunità. Il Mezzogiorno conferma un maggiore attaccamento a questa usanza natalizia, con percentuali che raggiungono il 70% di italiani che lo considerano importante a livello famigliare ma valori più alti della media nazionale sono registrati anche nel nord est.

Il Presepe – spiegano Symbola, Confartigianato e Coldiretti – è una tradizione molto italiana, la cui origine viene fatta risalire a quello realizzato da San Francesco nel Natale del 1223 a Greccio e che da allora si è sviluppato in tutte le aree del Paese per raccontare la devozione, ma anche la sofferenza, la gioia e l’impegno nel lavoro e in famiglia attraverso personaggi figli dell’ispirazione religiosa ma anche della modernità.