Estratto del capitolo “Rilancio e manutenzione: problematiche occasioni di rigenerazione urbana” di Io sono Cultura.

La sospensione e il rallentamento dell’attività edilizie, durante il biennio pandemico marzo 2020 – aprile 2022, hanno caratterizzato l’andamento del comparto architettonico, così come negli altri settori industriali e manifatturieri nazionali. La crisi tutt’ora in atto ha messo in discussione l’odierno paradigma progettuale, che necessita di una trasformazione e di una nuova configurazione. Com’è noto, la ripartenza globale ha presentato alcune problematiche: da un lato il difficile reperimento di materie prime, dall’altro fenomeni inflazionistici acuiti dal rincaro dei prodotti derivati dal petrolio, ulteriormente aggravato dalla guerra tuttora in corso. Si potrebbe dunque parlare di tempesta perfetta. Nonostante ciò, il comparto delle costruzioni made in Italy sta rinnovando i propri saperi per rendere i contesti urbani, i luoghi di studio, di vita e di lavoro, più accessibili, inclusivi, meno energivori, adatti al nuovo contesto climatico.

Parte dello slancio del settore deriva dalle soluzioni legislative messe in campo dagli ultimi due governi, Conte II e Draghi: il bonus facciate, che consiste in una detrazione d’imposta da ripartire in 10 quote annuali costanti, pari al 90% delle spese sostenute fra il 2020 e il 2021, e del 60% per quelle del 2022. La seconda è il cosiddetto superbonus (Decreto Rilancio), una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1°luglio 2020, per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. I due provvedimenti però sono stati lanciati durante una grande incertezza normativa e finanziaria, determinando non poche polemiche, specie con nel bonus facciate con casi di truffa. Sono state perciò introdotti dei massimali, una formula d’intervento statale che prevede un preciso limite di spesa che può essere portato in detrazione (o scontato in fattura o ceduto tramite credito). Ma tale soluzione ha dissuaso i proprietari a investire di più e i professionisti ad assumere giovani tecnici, per la cronica impossibilità di programmazione italiana alimentata da ondate di allarmismo politico e giornalistico. Senza parlare di un’altra riforma rimandata, che riguarda le caldaie private, inquinanti al pari, se non più, delle automobili, che andrebbero centralizzate in ogni condominio per consumare meno. Mentre si continua a incentivare il possesso di una caldaietta per ogni proprietà.

Invece di puntare sui bonus momentanei bisognerebbe istituzionalizzare la manutenzione permanente degli edifici, creando un settore solido e stabile dell’economia nazionale, così come avviene, ad esempio, in Olanda. Certo, la precarietà dell’edilizia olandese, in larga parte situata sotto il livello del mare in un paese del tutto artificiale, avrà influito certamente in questo tipo di impostazione normativa e preventiva. La riforma dei regolamenti condominiali e della loro amministrazione è un’altra riforma urgente che aspetta da anni. Ciò non toglie l’urgenza di reimpostare questo settore, guardando anche all’esempio di grandi opere d’ingegno come il Centre Pompidou parigino. Progettato nel 1971 e completato nel 1977 da Renzo Piano e Richard Rogers (recentemente scomparso), questo pezzo di città neofuturista è rimasto chiuso per manutenzione tra il 1997 e il 2000 e, come appena annunciato dalla ministra della Cultura francese Roselyne Bachelot, resterà chiuso dal 2023 fino ai prossimi 4 anni, per riaprire in occasione dei cinquant’anni dalla sua costruzione. Vanno quindi salutati con favore i casi di rigenerazione urbana a grande scala che nell’ultimo anno hanno ottenuto formule di stanziamento maggiori di 15 milioni di euro: è il caso della città di Genova (dove si interviene sui Caruggi), di Milano (per la riqualificazione del quartiere di Gratosoglio), di Brescia (per la demolizione della Torre di Tintoretto), di Ascoli Piceno (con interventi di social housing) e di Lamezia Terme (con il rilancio del progetto Spazio Generazione 2021).

Ma quali sono le tendenze in architettura che faranno scuola nel 2022 e oltre? Sicuramente una progettazione sempre più biofilica, in connessione con la natura attraverso spazi che abbiano un dialogo diretto con il mondo vegetale, utilizzando materiali naturali e investendo su pratiche di riciclo.

Continua a leggere il capitolo da p. 162 a 165 su Io Sono Cultura 2022, la ricerca realizzata con Unioncamere, Regione Marche, in collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo.