C’è una grande domanda di Cer: la propensione a partecipare ad una Comunità energetica raggiunge quasi il 60% tra i cittadini, 56% tra le imprese, e su entrambi i target una quota consistente, il 19%, si dichiara molto propenso. ‘Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo’ è il titolo del report di Fondazione Symbola, gruppo Tea e Ipsos che è stato presentato, oggi, a Mantova. L’iniziativa mette al centro le comunità energetiche come soluzione concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica. Il report analizza il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche nel Paese, nelle imprese, nel mondo ecclesiale e nella società civile. Ed evidenzia buoni livelli di conoscenza delle Cer sui tre target, in particolare nel mondo delle diocesi. Sono state condotte, da Ipsos 200 interviste a imprese di piccole e medie dimensioni, raccogliendo le opinioni degli imprenditori o di figure apicali/con potere decisionale e che hanno piena visibilità sulle strategie aziendali in materia di approvvigionamento energetico. Per le Diocesi, con la collaborazione dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, è stato inviato il link per la compilazione di un questionario a tutti i referenti Diocesani. Su un totale di 227 realtà coinvolte, è stato raggiunto un campione finale di 80 interviste. E per offrire una visione d’insieme e un dato di confronto sul punto di vista della popolazione italiana, sono state inserite alcune domande nel barometro settimanale di Ipsos Public Affairs che coinvolge settimanalmente un campione di 800 italiani maggiorenni, rappresentativo della popolazione per area geografica, genere, età, titolo di studio, condizione occupazionale. ”Le Comunità Energetiche Rinnovabili – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – sono uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica, abbassare le bollette, rendere l’Italia più libera da ricatti energetici puntando sulle rinnovabili. Per muoversi sulla linea indicata dall’Europa con il Next Generation Eu: coesione, transizione verde, digitale. Lo pensano cittadini, imprese, diocesi, anche se molto resta da fare per far conoscere e rendere praticabili le Cer. In particolare va colmato il ritardo accumulato nell’approvazione dei decreti attuativi. Mi pare che il nuovo ministro Gilberto Pichetto Fratin abbia dato assicurazioni su questo. L’Italia può essere protagonista della transizione verde con un’alleanza tra società, imprese, istituzioni. Tra comunità, empatia e tecnologia che può rendere più forte la nostra economia e un ruolo importante possono svolgerlo anche piccoli comuni e parrocchie”