Che l’italian way of life, la qualità dei nostri prodotti, l’immaginario legato ai nostri paesaggi e alle città d’arte siano percepiti all’estero come merce pregiata e ricercata è un fatto ormai acquisito. Ma per definire quali siano effettivamente i tratti identificativi e distintivi della qualità italiana, arriva oggi in anteprima una ricerca dell’Eurisko che in occasione della Campionaria delle Qualità Italiane di Symbola e Fiera Milano presenta i primi risultati di un’indagine esplorativa su un panel di esperti stranieri (operatori economici, giornalisti, ricercatori, esperti di marketing e di comunicazione). “L’obiettivo, spiega Paolo Anselmi Vice President Europe GfK Eurisko, è stato quello di individuare i valori che nella percezione di chi dall’estero ha rapporti professionali con il nostro Paese, caratterizzano oggi l’Italia e i prodotti italiani. A questa indagine farà seguito una fase estensiva che verrà condotta su campioni rappresentativi della popolazione dei 6 Paesi più rilevanti per l’export e il turismo italiano: Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia e Cina”.

Dall’indagine sono emersi 6 tratti qualificanti e distintivi della qualità italiana. Al primo posto – per frequenza di citazioni – si colloca l’estetica che viene indicata come tratto distintivo dei prodotti italiani di successo. Gli abiti, le scarpe, gli oggetti d’arredo, le auto italiane piacciono perché hanno uno stile e un design che li rende unici e riconoscibili. E’ una caratteristica che riguarda anche tutto ciò che viene progettato e prodotto in Italia e che viene messa in relazione con il tratto che più di ogni altro caratterizza gli Italiani agli occhi degli stranieri: il buon gusto, lo stile, la naturale eleganza. E infatti l’estetica viene indicata come un valore che pervade la vita quotidiana degli Italiani: la bellezza del paesaggio, la ricchezza del patrimonio artistico delle città e dei borghi, l’eleganza del vestire, il gusto nell’arredare le case. Una seconda caratteristica è la qualità artigianale. Si riconosce agli italiani la passione di “fare bene il proprio lavoro”, la cura per i dettagli, la trasmissione dei saperi produttivi di generazione in generazione. E’ una qualità che sta alla base delle produzioni alimentari qualificate ma che viene riconosciuta anche alle produzioni a cui più di altre viene associato il nostro “made in” (l’arredamento, la moda, gli accessori…) e alle produzioni più avanzate dal punto di vista tecnologico (di cui la Ferrari è il paradigma). L’artigianalità italiana non è abilità ripetitiva e conservazione. Anzi viene sempre associata a un livello elevato di creatività e di immaginazione. La sfida per il nostro Paese appare oggi quella di riuscire a trasferire questi valori dalle produzioni di nicchia a quelle di massa. E la “nuova Fiat” viene indicata come un significativo segnale di successo in questa direzione. La terza caratteristica che viene associata al prodotto italiano è la cultura, intesa non solo come competenza “tecnico-funzionale” (sapere come si fanno le cose) ma più in generale come rapporto sempre vivo con la propria storia, con le proprie “radici”, con il proprio territorio. Ai produttori italiani viene riconosciuto il senso consapevole di appartenenza a una regione, a una città, a un territorio e questo legame rappresenta sempre un elemento forte di distintività e di identità che si trasferisce nella qualità dei prodotti italiani ed anche nel modo di proporli in termini di marketing e di stile comunicativo. Una quarta componente della qualità italiana è la qualità sociale e relazionale. Al carattere degli italiani viene associato un forte senso della famiglia, della socialità primaria, della comunità. Questo tratto è percepito come un importante elemento di forza anche dal punto di vista economico e produttivo (l’azienda-famiglia, i distretti). E come una componente distintiva della qualità dell’esperienza turistica nel nostro Paese per quanto offre in termini di calore, vivacità comunicativa, informalità e convivialità. La qualità relazionale viene indicata anche come un “potenziale” tratto distintivo dei servizi italiani – sia privati che pubblici – sebbene su questo aspetto appaia necessaria una decisa azione di miglioramento degli standard correnti. Un quinto tratto distintivo della qualità italiana è rappresentato dalla varietà-molteplicità. A differenza di altri Paesi che sono più facilmente identificabili con uno stile, una cultura, una città, l’Italia è Paese a cui viene spontaneamente associata una estrema ricchezza per quanto riguarda sia l’aspetto naturale-paesaggistico che quello culturale e produttivo. Molteplici sono le città, le culture, gli stili architettonici, le tradizioni culinarie. E questa varietà si traduce in una ricchezza potenziale sia sul piano dell’esperienza turistica che l’Italia offre ai visitatori che su quello delle continue opportunità di scoperta dei prodotti (locali, tipici) e dei marchi italiani.
Il valore che, nella percezione degli intervistati, in qualche misura riassume e sintetizza tutte le componenti della qualità italiana è rappresentato dalla qualità complessiva della vita che viene associata al nostro Paese. Nella percezione di chi ci osserva dall’esterno gli Italiani “sanno vivere” e a questo contribuiscono i ritmi di vita più rilassati, la capacità di godere dei piccoli piaceri quotidiani, il senso di leggerezza e di autenticità che si respira nei piccoli borghi della provincia ma anche nelle piazze delle grandi città. La qualità del vivere italiano rappresenta per molti stranieri un modello ideale di riferimento ma costituisce anche un importante punto di forza anche per i nostri prodotti: sia sul piano reale (= prodotti che si propongono come “ingredienti” di una migliore qualità della vita) sia su quello simbolico (= prodotti che evocano la “dolce vita” italiana).
“I risultati di questa indagine – commenta Ermete Realacci, presidente di Symbola, ci dicono che all’estero riescono a vedere meglio di noi che nei nostri cromosomi c’è già scritta la ricetta per scommettere con fiducia sul futuro. L’Italia deve, come tutti i Paesi avanzati, puntare su ricerca, innovazione, conoscenza e al tempo stesso valorizzare alcune sue caratteristiche peculiari: un intreccio unico al mondo tra città e patrimonio storico-culturale, ambiente naturale e paesaggio, prodotti tipici e buona cucina, coesione sociale, qualità della vita, capacità di produrre cose che piacciono al mondo. Questa è la strada della soft economy dove troviamo gli elementi che sono anche alla base della nostra idea di paese, della nostra identità nazionale.

Uffici stampa:
Fiera Milano: Rosy Mazzanti 02/49977324 – 335/7715748
Fondazione Symbola: Francesca Biffi 333/2164430