Negli ultimi anni il costo di acquisto delle principali materie prime è andato progressivamente aumentando, così come i costi di smaltimento. Ridurre o addirittura restituire una nuova vita agli scarti di produzione, quindi, significa tutelare l’ambiente e creare un modello virtuoso per le aziende. È proprio con questa idea che nasce Sfridoo, primo marketplace online in cui le aziende vendono e comprano scarti di produzione attraverso semplici annunci, in un’economia in cui i prezzi sono determinati dalle tradizionali leggi della domanda e dell’offerta.

Fondata nel 2017 a Bologna, la start-up che prende il nome dallo sfrido, scarto della lavorazione industriale, ha vinto numerosi finanziamenti e bandi che le hanno permesso di crescere e farsi conoscere a livello nazionale, tanto che oggi ha tra i propri clienti aziende come Cameo, Oleificio Zucchi, Segafredo e Gruppo Camst. Oltre a ridurre l’impatto ambientale della produzione, entrare nel network di Sfridoo significa abbattere i costi di smaltimento, aumentare i margini di profitto e valorizzare cespiti e avanzi di magazzino. I casi studio riportati dalla start-up parlano chiaro: un’azienda attiva nella meccanica di precisione è riuscita a vendere i propri materiali di risulta, il cui smaltimento costava oltre 100 mila € l’anno, a un’azienda che si occupa di ascensori che li ha impiegati per farne dei contrappesi. Mettendo in connessione due imprese di settori diversi, quindi, si è potuto creare un esempio di simbiosi industriale, dove lo scarto di un’impresa diventa materia di valore e input per una seconda azienda, con vantaggi economici per entrambi.