L’impiego della seta in medicina ha radici antichissime, tanto che già gli Egizi utilizzavano questo pregiato materiale per i punti di sutura. Ma trattare la seta attraverso l’elettrofilatura, fino a farle raggiungere dimensioni nanometriche per sfruttarla in ambito di medicina rigenerativa, è stata l’idea vincente di Silk Biomaterials. Start-up fondata nel 2014 e vincitrice di numerosi premi tra cui il Premio Nazionale Innovazione, Silk Biomaterials realizza protesi impiantabili in seta per la rigenerazione di nervi, tendini, legamenti e vasi sanguigni, studiando e sfruttando le proprietà di questo materiale unico. Il biomimetismo della seta, infatti, fa si che l’organismo non la rigetti riconoscendola come una matrice naturale, dissolvendola lentamente in amminoacidi in modo del tutto atossico e sostituendola progressivamente con nuovo tessuto rigenerato. La risposta dell’organismo alla seta è, inoltre, sito specifica e, quindi, se impiantata in un nervo stimolerà la rigenerazione di un nuovo nervo, se impiantata in un vaso sanguigno, si rigenererà un vaso sanguigno. Attualmente, presso L’Ospedale Universitario di Zurigo, è in corso la sperimentazione clinica di una protesi per la rigenerazione dei nervi periferici delle mani e, visti gli ottimi risultati, è stata già inoltrata la richiesta alla Food and Drug Administration per approdare sul mercato americano. In collaborazione con la McGill University di Montreal, invece, si sta portando avanti un progetto per accelerare la rigenerazione ossea attraverso il frazionamento polipeptidico della seta.