(Adnkronos) – Sul fronte della sostenibilità, nell’ultimo quinquennio sono state 472.630 le micro e piccole imprese (rispettivamente 377.880 le e 94.750) che hanno effettuato eco-investimenti su un totale di 531mila aziende. Confrontando i quinquenni 2011-2015 e 2017-2021, le micro e piccole hanno aumentato la quota di investimenti green rispettivamente del 44,8% e del 36,1% (medie e grandi insieme +39,7%). Inoltre, il 61,9% dei nuovi contratti di lavoro in cui sono state richieste competenze green è stato stipulato nelle micro e piccole imprese (2021). Anche ricerca e sviluppo in chiave green sono trainate da queste realtà: i brevetti italiani, relativi a energie alternative e gestione di rifiuti e inquinanti, depositati a livello europeo da micro e piccole imprese sono oltre il 55% del totale (25% medie, 20% grandi). ”Parlando di piccole imprese e artigianato alcuni pensano ad un punto di debolezza della nostra economia. Non è così. La propensione delle imprese artigiane – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – a collaborare accompagna la nostra capacità di creare coesione e innovazione. Questo rapporto comunica attraverso i numeri e le storie il valore di questo sistema che alimenta la capacità di affrontare le sfide del futuro legate all’innovazione e alla sostenibilità. La foto che emerge dal rapporto conferma che il Paese può affrontare le sfide che abbiamo davanti chiamando a raccolta i nostri talenti senza lasciare indietro nessuno. E che come dice il Manifesto di Assisi non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia”. ”Il rapporto ‘Artigiani del futuro’ – sottolinea Marco Granelli, presidente di Confartigianato – descrive le piccole imprese che fanno grande l’Italia, protagoniste del nostro tempo e delle prospettive di sviluppo economico e sociale. Le 100 storie raccolte dal Nord al Sud del Paese testimoniano la capacità delle imprese ‘a valore artigiano’ di coniugare eccellente tradizione manifatturiera e innovazione tecnologica e digitale per dare vita a prodotti e servizi belli, ben fatti, personalizzati e durevoli, con un occhio attento alla sostenibilità ambientale, alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse, alla trasmissione di competenze ai giovani. Gli artigiani sono baluardo culturale e presidio identitario del nostro Paese, imbattibili autori di ‘pezzi unici’, ambasciatori del made in Italy nel mondo e, al tempo stesso, ben radicati nelle comunità locali di appartenenza cui apportano benessere economico e coesione sociale”.Nell’ultimo quinquennio sono state 472.630 le micro e piccole imprese (rispettivamente 377.880 e 94.750) che hanno effettuato eco-investimenti su un totale di 531mila aziende. Confrontando i quinquenni 2011-2015 e 2017-2021, le micro e piccole hanno aumentato la quota di investimenti green rispettivamente del 44,8% e del 36,1% (medie e grandi insieme +39,7%). E’ stato presentato oggi al Seminario di Fondazione Symbola ‘Artigiani del futuro 100 Storie’, promosso da Fondazione Symbola, Confartigianato, Cna e Casartigiani, ed è stato consegnato alle imprese presenti all’evento e inserite nella ricerca l’attestato ‘Artigiani del futuro’, un riconoscimento per l’esemplare testimonianza di impresa italiana ispirata ai valori dell’artigianato. Il rapporto racconta attraverso numeri e storie il valore dell’artigianato e delle piccole imprese, un sistema che alimenta la capacità di affrontare le sfide del futuro legate all’innovazione e alla sostenibilità. Guardando al territorio, le imprese artigiane rappresentano un vero e proprio presidio dell’economia nei piccoli comuni, in cui rappresentano il 99,4% delle imprese extra-agricole presenti, e nel 69,2% dei piccoli comuni italiani anche la totalità dell’occupazione nel territorio. Andando ad analizzare la distribuzione delle micro e piccole imprese per area geografica, i piccoli comuni del Nord-ovest concentrano la quota maggiore di micro (38,5%), seguiti da Mezzogiorno (29,5%), Nord-est (19,6%) e Centro (12,3%). Anche le piccole imprese sono concentrate maggiormente nei piccoli comuni del Nord-ovest (43,1%), la quota minore invece è al Centro (10,8%). Sull’occupazione, oltre il 63% del totale dei lavoratori in Italia è impiegato in imprese di piccole dimensioni che si confermano importante hub anche del lavoro giovanile. Il 68% dei giovani trova la prima occupazione in micro o piccole imprese e sono un milione gli impiegati under 30, a fronte di circa 751mila giovani sotto i 30 anni nelle medie e grandi imprese. Tra le micro e piccole, la presenza di imprese guidate da donne o a prevalenza femminile è superiore rispetto alle altre classi dimensionali: oltre un’impresa micro su cinque è femminile, una su sei se si considerano le piccole. Solo una su sedici è guidata da donne se si passa alle medie e grandi. Sul totale delle imprese femminili del nostro Paese, il 96,7% è micro. In prima linea anche nell’integrazione: l’83% dei lavoratori stranieri è occupato in una micro o piccola impresa, e oltre il 99% di quelle straniere è di piccola dimensione.