Importante dell’industria Made in Italy: il fatturato arriva a 58 miliardi
Investimenti continui in innovazione e nel capitale umano, oltre che nel miglioramento dei processi produttivi e nell’innalzamento della qualità dei prodotti. Sono i punti di forza del terzismo italiano, che hanno permesso al settore di restare competitivo a livello internazionale e di affermarsi come una parte importante , anche se spesso ancora poco visibile, dell’industria Made in Italy. A sottolinearlo è un’indagine qualitativa condotta da Fondazione Symbola e da Farmindustria, presentata a Milano durante l’incontro “Il conto terzi in Italia”, basata su trenta interviste a rappresentanti di categoria e imprese (sia conto terzi che committenti) di cinque filiere del Made in Italy (abbigliamento, agroalimentare, arredo, automotive, farmaceutica). Per dare un’idea del posizionamento internazionale del terzismo italiano, la Penisola “è il primo paese europeo per produzione farmaceutica conto terzi”, ha sottolineato Domenico Sturabotti, direttore Fondazione Symbola. Guardando ad altre filiere, ha aggiunto, “all’Italia si deve il 50% della produzione di make-up a livello globale, quasi tutta realizzata conto terzi , e anche l’automotive si sta affidando a questa formula in maniera crescente in una fase di transizione verso l’elettrico in cui c’è bisogno di flessibilità, di capitale umano e di inventare in maniera veloce prodotti totalmente nuovi”.