Durante il lockdown ben 6,58 milioni di italiani hanno sperimentato lo smart working e al termine dell’emergenza si stima che gli smart workers che manterranno, completamente o in parte, questa modalità di lavoro saranno pari a 5,35 milioni (dato decuplicato rispetto ai circa 570 mila lavoratori prima della pandemia).

Per agevolare questo processo Open Fiber e South Working nel 2021 hanno siglato un memorandum d’intesa per diffondere la cultura digitale tra cittadini e amministratori e favorire iniziative pubbliche e private volte allo sviluppo del lavoro agile soprattutto in aree, come quelle montane, spesso svantaggiate in termini di densità abitativa e connettività, ma che offrono contesti e strutture di altissimo pregio storico-culturale che si prestano bene alle attività di lavoro agile, spesso a poco meno di un’ora dall’aeroporto più vicino.

Attualmente sono 24 le strutture attive nei piccoli comuni italiani disponibili per i lavoratori intenzionati a operare secondo i principi dello smart working. L’impegno delle due realtà è quello di far crescere sempre di più nelle aree extraurbane condizioni infrastrutturali che consentano di lavorare con un’adeguata connessione, favorendo così anche nei piccoli centri oltre la piena cittadinanza digitale soprattutto nuove opportunità professionali.