Partenza ufficiale per Artes 5.0, uno dei progetti italiani selezionati per diventare poli europeo di innovazione digitale (European Digital Innovation Hub, o EDIH) finanziati nell’ambito del programma Digital Europe dell’UE e del PNRR. In occasione dell’evento di lancio del 5 maggio 2023 è stata presentata la carta dei servizi che l’EDIH erogherà alle imprese già a partire dai prossimi mesi. Gli EDIH, ricordiamo, sono stati selezionati nell’ambito del programma Digital Europe, la strategia europea per accelerare la digitalizzazione all’interno dell’UE. Uno sforzo che l’UE intende mettere a terra attraverso questa rete di centri di trasferimento tecnologico che avranno un focus di diverse tecnologie abilitanti e diversi territori, ma che opereranno nell’ottica di un vero e proprio network europeo connesso e integrato.

 

Artes 5.0, l’innovazione 4.0 a servizio della sostenibilità

Il progetto di Artes 5.0 coinvolge diversi partner su tutto il territorio nazionale: dai tre Competence Center che hanno aderito al progetto – Artes 4.0, coordinatore del progetto, MediTech (il Competence Center del Sud Italia) e Start4.0, il Competence Center genovese – ai Digital Innovation Hub di Toscana, Umbria e Lazio, a realtà come l’Inail, Intesa Sanpaolo, fino a i-Rim e (Istituto di Robotica e Macchine Intelligenti) alla Scuola Superiore Sant’Anna. Una rete di partner variegata a riflettere l’obiettivo di ampio respiro che si è posto il progetto: quello di promuovere la transizione digitale ed ecologica delle imprese (com un focus sulle micro imprese e le PMI) e della Pubblica Amministrazione. “Questo progetto parte da ciò che abbiamo creato con Artes 4.0, anche a livello di presenza sul territorio, con l’obbiettivo di andare oltre. Non, quindi, solo seguire i trend di cambiamento dell’industria e del lavoro, ma anticiparli”, spiega Paolo Dario, Coordinatore scientifico di Artes 5.0. E per farlo, il progetto Artes 5.0 parte dalle tecnologie abilitanti l’Industria 4.0 – e, in particolare, da Robotica e AI – per realizzare i paradigmi di Industria 5.0: sostenibilità, resilienza e human centricity. Tecnologie che quindi si mettono al servizio dell’industria e della PA per processi più efficienti e sostenibili, ma che soprattutto si mettono a disposizione dell’uomo per favorirne il benessere, a partire dalla sicurezza degli ambienti di lavoro. Un ambito di intervento che Artes 5.0 esplorerà anche grazie alla partnership con l’Inail, sulla scia della collaborazione che l’istituto ha già instaurato con il Competence Center Artes 4.0. “Crediamo molto in questo progetto che permetterà di ampliare ulteriormente la capacità di intervento dell’istituto”, commenta Edoardo Gambacciani, Direttore Centrale Ricerca dell’Inail. “L’Industria 5.0 ci permetterà di progettare innovazioni di processo che tengano già conto dei rischi e delle problematiche legate a un determinato lavoro”, aggiunge.

 

La carta dei servizi di Artes 5.0

Artes 5,0 sarà organizzato secondo un modello hub & spoke con la possibilità, grazie proprio all’estesa e variegata rete di partner, di offrire servizi su tutto il territorio nazionale. I servizi sono rivolti principalmente a sei settori di riferimento:

Il focus tecnologico, come già menzionato, è invece su Robotica e AI, oltre che su altre key enabling technologies, come Manifattura Additiva, Realtà Virtuale, Big Data e Analytics.

L’offerta dei servizi, a cui le aziende potranno accedere già nei prossimi mesi, è invece organizzata intorno quattro macro-aree:

  1. test before invest
  2. training and skill development (sviluppo e formazione delle competenze)
  3. support to find investments (sopporto per individuare opportunità di finanziamento)
  4. ecosystem and networking.

Il test before invest

L’offerta dei servizi di test before invest può essere personalizzata in base agli obiettivi dell’azienda ma, soprattutto, in base al tipo di percorso di digitalizzazione che si intende fare e dal punto di partenza. L’analisi della maturità digitale dell’azienda sarà il punto di partenza dell’offerta, tanto cda essere individuata come “servizio zero”.

Oltre a questa valutazione, la carta dei servizi di test before invest include:

La formazione

Il catalogo dell’offerta formativa contiene oltre cento corsi, erogabili a partire dalla seconda metà del 2o23, anch’essi personalizzabili sia nei temi che nelle modalità (ad esempio formazione on-site o da remoto, corsi di 24 ore o di durata maggiore). Le attività formative includeranno corsi di:

Le opportunità di finanziamento

I servizi di support to find investments riguardano invece i servizi a supporto per l’accesso a opportunità di finanziamento (fondi privati, nazionali ed europei), attività di matchmaking B2I (business to investments), oltre a servizi di orientamento volti a: la valutazione dei bisogni finanziari, la pianificazione aziendale e la gestione della proprietà intellettuale.

 

L’accesso agli ecosistemi

L’offerta di ecosystem e networking include invece iniziative di networking locale, nazionale ed europeo. Attraverso un’attività di mappatura di soluzioni di tecnologie e fornitori di soluzioni di Industria 4.0 facilitano l’incontro tra domanda e offerta attraverso servizi di matching B2B (business to business) o R2B (research to business).

 

Accesso (quasi) gratuito a molti servizi

Oltre alla valutazione iniziale e a un’offerta dei servizi personalizzata alla singola azienda, il team di Artes 5.0 sarà anche impegnato nel monitoraggio dei risultati per assicurare che la maturità digitale delle aziende che usufruiscono dei servizi migliori. I servizi saranno accessibili tramite sportello e saranno gratuiti per la PA, mentre per le aziende saranno erogati con un prezzo agevolato in base alla dimensione dell’azienda, con la possibilità per micro imprese e PMI di avere sconti fino al 100%.

 

Una grande opportunità con qualche rischio di “dispersione”

Artes 5.0 è tra i 13 progetti che saranno finanziati al 100%, con il 50% delle risorse che arriveranno dall’UE, mentre il resto delle risorse è stato messo in campo dal governo con il decreto dello scorso 10 marzo che ha sbloccato le risorse del PNRR dedicate proprio ai centri di trasferimento tecnologico (investimento 2.3, M4C2). “Abbiamo predisposto le bozze di convenzione da firmare con i centri di trasferimento tecnologico e i manuali per omogenizzare i processi di rendicontazione delle imprese, che ci richiede l’Europa”, spiega Maurizio Montemagno, Direttore Generale per la politica industriale, l’innovazione e le PMI del Mimit. “Ci stiamo anche impegnando per trovare le risorse per finanziare quelle strutture che per motivi di budget non riceveranno i fondi dall’Europa, proprio perché sappiamo che i temi dell’innovazione e della sostenibilità sono strettamente interconnessi e crediamo che i centri di trasferimento tecnologico saranno uno snodo fondamentale per trasferire alle imprese un’innovazione attenta alla sostenibilità”, aggiunge. Temi che il governo valuta di affrontare anche attraverso la tanto attesa revisione del Piano Transizione 4.0, attualmente in corso, che il governo potrebbe “potenziare” con aliquote green per quelle tecnologie che mostrano impatti positivi sull’ambiente. Una proposta che era stata avanzata qualche settimana fa da Ucimu (e che abbiamo riportato in questo articolo) e che il governo sta valutando, anche alla luce dei fondi messi a disposizione dal REPowerEU, il piano per la transizione energetica green dell’UE. “Il ministro ne ha fatto una priorità quindi speriamo si possa concretizzare molto presto un nuovo Piano Transizione 4.0 con questo potenziamento sul Green”, commenta Raffaele Spallone, Dirigente, Divisione II Politica per la digitalizzazione delle imprese e analisi dei settori produttivi del Mimit. L’opportunità giunta con gli EDIH e con il PNRR sarà anche un’occasione per superare la frammentazione del sistema di trasferimento tecnologico italiano. “Il PNRR ci spinge a creare un sistema che sia effettivamente sostenibile, perché abbiamo l’obbligo della rendicontazione. Abbiamo visto come il progetto degli EDIH sia anche una possibilità per aggregare diversi attori di questo sistema. Abbiamo quindi una grossa opportunità per ridisegnare con una visione unica il sistema di ricerca e innovazione italiano. Dobbiamo compiere questo passo, creando quel collegamento dalla ricerca all’impresa”, aggiunge Spallone.

La paura maggiore, sottolineano alcuni partner di Artes 5.0, è invece proprio quella di non riuscire a creare perfettamente questa sinergia, in un Paese dove la frammentazione tra attori che puntano a raggiungere gli stessi obiettivi sembra essere nel DNA.

Fonte: InnovationPost.it