L’Europa perde 970 milioni di tonnellate di suolo ogni anno per l’erosione e già oggi la riduzione della biodiversità sta mettendo a repentaglio l’impollinazione di molte colture alimentari. A livello globale, i sistemi agricoli sono all’origine del 27% delle emissioni di gas serra e l’agricoltura europea è responsabile del 90% delle emissioni di ammoniaca, un terribile contributo all’inquinamento atmosferico, che uccide 400.000 persone ogni anno. Nel frattempo, più di un’azienda agricola su quattro è scomparsa dal paesaggio europeo tra il 2003 e il 2013, sia per la massiccia perdita di terreni fertili che per il rapido processo di concentrazione in corso nel settore. E ormai l’epidemia di obesità si è allargata anche al Vecchio Continente e colpisce il 20% della popolazione europea.

Questa è solo una parte della lunga lista di problemi urgenti che Ipes Food ha portato oggi davanti al Parlamento europeo, per proporre una radicale riforma della Politica agricola comune. Il think-tank di Bruxelles lavora da tre anni con centinaia di operatori del settore – fra cui Coldiretti, Slow Food e il Barilla Center for Food and Nutrition – per trasformare la Pac da Politica agricola in Politica alimentare, adattandola ad affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità, dell’epidemia di obesità e della fuga dei giovani dalla terra.

Con 80 proposte concrete di riforma, il rapporto di Ipes Food delinea un quadro di come potrebbero diventare i sistemi alimentari europei sotto l’ombrello di una Common Food Policy: una strategia sostenibile, mirata a riallineare le varie politiche settoriali che influenzano produzione, trasformazione, distribuzione e consumo del cibo.