I migliori vini italiani sono quelli che hanno il sapore d’Italia. Le etichette che ogni anno vengono selezionate e premiate all’interno di Opera Wine sono le diverse eccellenze capaci di raccontare in ogni loro produzione vitivinicola i colori, i profumi e le storie dei propri territori, ma soprattutto l’attenzione costante alla qualità del prodotto finale e dell’intera filiera.
Organizzata dall’autorevole testata americana Wine Spectator, da Veronafiere e da Vinitaly, l’evento che ormai da 10 anni inaugura il Vinitaly (con una degustazione super esclusiva a Palazzo della Gran Guardia davanti all’Arena di Verona) quest’anno è saltato, slittando al 2021 – causa covid. Non per questo l’organizzazione ha deciso di fermarsi: sono state infatti selezionate le migliori 100 etichette italiane, tra cui spiccano le cantine che in 12 anni di Opera Wine sono sempre state presenti. Il risultato sono 34 aziende che da Nord a Sud della nostra penisola, rappresentano il non-plus-ultra del vino italiano. Tra queste sono annoverati anche due produttori che, puntando su sostenibilità, bellezza e territorio nella loro storia imprenditoriale, condividono da lungo tempo con Symbola la ricerca della Qualità facendo parte del Forum degli associati: sono l’abruzzese Azienda Agricola Masciarelli e l’umbra Cantine Arnaldo Caprai.
Sono due cantine, due best practice, che si distinguono per la loro attenzione alla qualità dei propri prodotti e processi, alla bellezza e al paesaggio dei propri territori, puntando sulla sostenibilità ambientale e sociale del proprio ecosistema. Parliamo di una cultura imprenditoriale che coinvolge tutte le comunità che le circondano, nel pieno rispetto di una tradizione che da lungo tempo accompagna le storie dei loro vigneti.
“In un anno così difficile e inusuale, con tante certezze crollate e i nostri stili di vita stravolti – afferma Marina Cvetic, Amministratore Unico di Masciarelli Tenute Agricole – il riconoscimento di Wine Spectator – la più prestigiosa testata enologica al mondo – riaccende il nostro entusiasmo, spingendoci a tenere duro e a fare sempre meglio.
E’ incredibile pensare – continua – che la nostra azienda, fondata solo 40 anni fa in una regione a dir poco sottovalutata nel panorama enologico nazionale, rappresenta oggi insieme ad altre 33 aziende, tra cui alcune centenarie, che hanno fatto la storia d’Italia, oltre che del vino italiano, «l’eccellenza dei produttori italiani, accomunati dall’altissima qualità dei vini, pur nella differenza di stili e dimensioni». Non vediamo l’ora di partecipare alla decima edizione di #OperaWine2021 e di festeggiare questo importante compleanno al fianco di Wine Spectator e Vinitaly International, grandi ambasciatori dell’eccellenza italiana nel mondo.
La storia dell’altra cantina selezionata affonda le radici nella lunga tradizione del Sagrantino che rappresenta l’essenza di un modo di fare, una filosofia, “un modo di produrre vino che è affascinante sinergia di tradizione, ricerca e sostenibilità ambientale”, come afferma Marco Caprai delle Cantine Arnaldo Caprai, imprenditore che ha sempre creduto nella grande ricchezza della tradizione del territorio di Montefalco interpretandolo in chiave moderna, adottando i più innovativi metodi di produzione e di gestione aziendale. Il principio della sostenibilità ha in ultimo completato l’approccio proattivo della Cantina che si è posta come linea guida la consapevolezza che una produzione sostenibile sia il valore aggiunto per una viticoltura che punta alla qualità nel rispetto del territorio da cui prende vita.
“La ricerca continua dell’eccellenza qualitativa e di innovazione è un tema centrale per la nostra filosofia aziendale, fondamentale per comprendere la dinamicità produttiva di cui siamo fieri. Tradizione, innovazione e territorio sono le parole guida nel lavoro di ogni giorno. L’eccellenza è la capacità di far convergere tutti questi elementi in un progetto coerente e sagace, contraddistinto da sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Questa capacità di sintesi ha permesso all’azienda di vedersi riconoscere meriti distintivi con valore rinnovato ogni anno”.
Quello del vino di qualità è un settore che solo di recente, a seguito dello “scandalo del metanolo“, è diventato proprio una delle “locomotive del Made In Italy“, avendo subito negli anni un’inversione di processo: si produce meno vino, ma si produce meglio. Quello che è accaduto dopo rappresenta, infatti, una straordinaria metafora del passaggio, ancora in corso, non solo nel vino ma in tutto il nostro sistema produttivo, da un’economia basata sulla quantità ad un’economia che punta invece su qualità e valore. E il mercato conferma. Come riporta la rivista specializzata Wine News, nei primi mesi del 2020 le vendite sono a +6,9% a valore e +5,3% a volume, evidenziando come i consumatori oggi siano attenti a temi come “salutismo, qualità, gratificazione e sostenibilità“.
In che direzione guarda il mondo del vino di qualità nel futuro? Continuando a cercare innovazione di prodotti e processi produttivi nel segno della sostenibilità. Come nel caso nel Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG che ad inizio anno ha intrapreso un progetto di ricerca per raccontare che un certo impegno a favore della qualità basato su sostenibilità ambientale e attenzione al territorio sia la base di un solido modello di sviluppo di una intera filiera. Con la ricerca “Il futuro del vino“, realizzata con il supporto di Symbola, si è mappato le principali soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato per migliorare prodotti e processi produttivi della filiera vitivinicola nel segno della sostenibilità e quindi della qualità, individuando le linee strategiche per un piano organico della sostenibilità. Un percorso che continua anche con attività e webinar (ultimo in ordine temporale “Circular Economy Thinking“) perché i temi della sostenibilità e dell’economia circolare entrino nel fare impresa.