Milano, 19 mag. (askanews) – Il 71 % degli intervistati di una ricerca presentata oggi nel Rapporto “Sostenibilità e qualità” di Fondazione Symbola e Ipsos è disposto a pagare di più per i prodotti sostenibili del viti-vinicolo “perché sono di qualità superiore”. I motivi che spingono per una maggiore attenzione alla sostenibilità sono in ordine di importanza la qualità (56,5%), la paura, in particolare per i cambiamenti climatici e per il futuro del pianeta (37%), l’etica (6,5%). E agli occhi del cittadino il settore vitivinicolo – secondo il Rapporto – deve prestare particolare attenzione alla coltivazione, quando si parla di sostenibilità. Importanti anche la lavorazione, confezionamento e smaltimento”. La sostenibilità non è solo necessaria per affrontare la crisi climatica ma una straordinaria opportunità per rilanciare la nostra economia e produrre lavoro, afferma Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – Lo dimostra l’indagine condotta da Fondazione Symbola e Ipsos. La percezione di qualità dei beni prodotti in modo sostenibile spinge il consumatore verso acquisti più responsabili. Il vino è un formidabile ambasciatore italiano nel mondo e l’indagine conferma il rapporto che c’è nel nostro Paese tra produzioni di qualità, paesaggio, innovazione e cultura. La sostenibilità ambientale nel settore viti-vinicolo è una sfida che guarda al futuro, per il bene del vino, del territorio, delle comunità. Scommettere su un’Italia che fa l’Italia è la chiave per rafforzare la nostra economia”. Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Federdoc, osserva che “la risposta che arriva dai consumatori e che vede la qualità come elemento base anche di un discorso legato alla sostenibilità è un messaggio fondamentale per il mondo produttivo del nostro settore. Preme sottolineare come il mondo del vino, prima di molti altri, si era già mosso in tal senso, ponendo la ricerca della qualità ai vertici della propria attività. I nuovi segnali non faranno altro che aumentare i nostri sforzi, con una qualità del prodotto che si sposi con un senso dell’etica che deve necessariamente appartenere a tutti gli elementi della filiera”. Riccardo Ricci Curbastro, presidente Equalitas: “Quando nel 2015 Federdoc ed i suoi partners hanno dato vita allo standard Equalitas per la sostenibilità del settore vitivinicolo l’argomento sembrava futuribile, un volo pindarico. Oggi, dopo solo 8 anni, questa ricerca ci restituisce una analisi delle aspettative di un mercato del vino a D.O. che comincia a chiedere esattamente quello che Equalitas certifica: etica, attenzione ai dipendenti, collaborazione con le comunità sono richieste da oltre il 30% dei consumatori”.