Esperta di economia dell’audiovisivo, con esperienza maturata lavorando con operatori televisivi, enti regolatori (AGCOM), società di consulenza indipendenti e associazioni di settore, approfondendo temi regolamentari e antitrust. Attualmente si occupa di trasformazione digitale presso una delle maggiori società di consulenza a livello globale
Il settore sta reagendo con prontezza alla grave crisi sanitaria, sociale ed economica che stiamo attraversando, adeguandosi a condizioni nuove e critiche e adottando modalità innovative per proporre la propria offerta culturale. Accanto alle importanti misure di natura emergenziale, occorre iniziare a ragionare con un orizzonte temporale più ampio per accompagnare le trasformazioni in atto.
Il buon inizio del 2020 nel settore cinema era il coronamento di un 2019 positivo per l’Italia, che aveva fatto registrare la crescita percentuale maggiore in Europa in termini di incassi e presenze. La situazione è improvvisamente precipitata con la diffusione dell’epidemia, potente fattore di accelerazione di trasformazioni già in atto, che determinerà nuovi assetti nel rapporto tra cultura audiovisiva e innovazione digitale.
Quanto avvenuto nel corso del 2018, nel mondo come in Italia, rafforza le tendenze che già da tempo stanno facendo discutere e modificando il paesaggio cinematografico, tanto che forse non è più possibile scindere industria cinematografica e industria audiovisiva. Mentre il film nelle sale fa fatica, ne aumenta il consumo sulle nuove piattaforme online, in prima linea anche come produttori di contenuti di qualità