Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris VIII e Bologna. Ha scritto saggi per riviste, volumi e cataloghi pubblicati in italiano, inglese, francese e spagnolo. È autore di "Un filosofo tra patafisica e surrealismo. René Daumal dal Grand Jeu all'induismo" (Roma 2011) e "Di tutto un pop. Un percorso fra arte e scrittura nell'opera di Mike Kelley" (Milano 2014). Ha curato mostre monografiche e collettive, nonché la rassegna e il libro "Achille Compagnoni. Oltre il K2" al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Ha tenuto seminari in numerose università, fra le quali la Cattolica, lo IULM, l'Università Milano-Bicocca e l'Accademia di Brera di Milano, l’Alma Mater di Bologna, la LUISS di Roma, lo IUAV e Ca' Foscari di Venezia, l'Accademia Albertina di Torino e l'Università di Bolzano. Insegna Critical Writing alla NABA di Milano. È vicedirettore editoriale di Artribune e direttore responsabile di Artribune Magazine.
Il mondo delle arti visive in Italia sconta perdite di fatturato nel mercato primario, oltre all’opportunità perduta di percorrere nuove strade digitali. Spiragli positivi si ravvisano in una matrice di comunità che ha consolidato pratiche di collaborazione.
L’emergenza sanitaria ha accelerato alcune dinamiche che caratterizzavano le arti visive italiane (e non solo): le difficoltà delle gallerie medio-piccole e la concentrazione del potere nelle mani delle “megas”. La prospettiva strategica percorribile diviene quella glocale, sfruttando a proprio vantaggio la dimensione di prossimità e la rapida alfabetizzazione digitale di un’ampia fetta di popolazione, finora restia a utilizzare mezzi di comunicazione non tradizionali.
Il fenomeno più rilevante individuato nel corso dell’ultimo anno è rappresentato dalla sempre più acuta crisi delle gallerie d’arte medio-piccole, prese fra l’ineluttabile presenza alle fiere e la crescita smisurata delle cosiddette megas