Valeria Morea, assegnista di ricerca presso l'università IUAV e visiting scholar all’università Northumbria a Newcastle. Si occupa di città, spazio pubblico, arte pubblica e teoria dei commons. Ha insegnato Economic Geography of Creativity, Advanced Economic Aspects of Creative Industries, Arts Marketing, Values of Culture e Cultural Organisations presso l'Erasmus University di Rotterdam. È analyst e project manager in Tools for Culture, nonprofit attiva nel campo della progettazione strategica per il sistema culturale.
Prossimità e mobilità dolce, il nuovo turismo all’insegna della sostenibilità
Prossimità e mobilità dolce, il nuovo turismo all’insegna della sostenibilità
Nel 2020 in Italia e nel mondo si è registrato un crollo quasi verticale del settore turistico. Negli ultimi mesi i flussi hanno ripreso a crescere e, in Italia, i dati della scorsa estate confermano che le attività culturali e le visite alle bellezze naturali esercitano una forte attrazione. Nonostante ingenti danni alle economie di molti Paesi, la crisi ha favorito l’emergere di modelli di turismo culturale più inclusivi e sostenibili per i territori.
Prima la pandemia ha bloccato il settore turistico, poi, l’impossibilità di viaggiare ha messo in discussione il turismo di massa, aprendo ad un orizzonte nuovo: la possibilità che, quando #torneremoaviaggiare, lo faremo con più responsabilità. Mentre l’Organizzazione Mondiale del Turismo lavora per una riapertura sostenibile del settore puntando sul concetto di ‘fiducia’, il settore privato pullula di iniziative in cui le piccole comunità e la valorizzazione delle identità locali sono al centro dell’offerta turistica.
Le turbolenze degli ultimi anni hanno generato tanto reazioni nostalgiche quanto visioni velleitarie. Tra questi estremi, che sembrano confortanti ma si rivelano inquietanti, la creatività mostra tutta la propria forza modellando progetti e strategie che restituiscono opportunità e responsabilità a un mondo che vuole crescere costruendo il proprio futuro.