Direttore di AICCON, Centro Studi promosso dall’Università di Bologna e direttore di The FundRaising School, prima scuola italiana sulla raccolta fondi. Componente del Comitato Scientifico della Fondazione Symbola, del CNV - Centro nazionale per il Volontariato e della Social Impact Agenda per l'Italia. Fa parte della redazione della Rivista Impresa Sociale, collabora con numerose testate e blog fra cui Il Sole 24 Ore e Vita Magazine. Ha curato numerose pubblicazioni tra cui “Imprese ibride” (Egea), “Ibridi organizzativi” e la “Formazione continua nella cooperazione” (Il Mulino).Direttore di AICCON, Centro Studi promosso dall’Università di Bologna e direttore di The FundRaising School, prima scuola italiana sulla raccolta fondi. Componente del Comitato Scientifico della Fondazione Symbola, del CNV - Centro nazionale per il Volontariato e della Social Impact Agenda per l'Italia. Fa parte della redazione della Rivista Impresa Sociale, collabora con numerose testate e blog fra cui Il Sole 24 Ore e Vita Magazine. Ha curato numerose pubblicazioni tra cui “Imprese ibride” (Egea), “Ibridi organizzativi” e la “Formazione continua nella cooperazione” (Il Mulino).
L’essenza di un’impresa coesiva è determinata da vari fattori. Si tratta quasi di un effetto puzzle, in cui ogni singolo tassello determina un sistema inclusivo, dove, oltre il valore economico, quello umano rende l’impresa più attrattiva e competitiva.
A livello di profittabilità, le imprese che adottano modelli di open innovation – hackaton, sinergie con l’università e il terzo settore – sviluppano modelli virtuosi, fatti di saperi e competenze trasversali che racchiudono vari segmenti economici. Unito a buone pratiche di gestione del personale, il livello di produttività ed efficienza raddoppia, accrescendone il valore.
Le comunità sono un valore aggiunto nello sviluppo di soluzioni di business rapide e sostenibili. Per questo motivo cittadini, imprese, terzo settore, mondo della ricerca e pubblica amministrazione sono sempre più vicini, superando i tradizionali confini a favore di una sinergia economica e sociale nel segno della sostenibilità.
Lo spazio diventa luogo per accrescere il valore e la storia della produzione, in opposizione a un modello superato di filiere globali, che non ha resistito durante la pandemia. Dal mondo agroalimentare a quello della moda, questa nuova tendenza dimostra l’esigenza di autenticità e riappropriazione del territorio da parte della comunità.