L.’art. 45 della Costituzione recita: “La Legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato”. Videro lontano i Padri Costituenti. Del resto è impossibile capire il sistema economico nazionale senza conoscere il valore di innovazione, flessibilità, intelligenza e abilità che il mondo dell’artigianato riversa su distretti e cluster. Sulla memoria dei loro saperi poggia il capitalismo nazionale, con loro crescono le filiere produttive, per ruolo rappresentano il “capitalismo molecolare”.
Imprenditori che investono, rischiano, sperimentano. Ovunque sul territorio nazionale, seppur alcune aree siano storicamente più rappresentative. E’ un arcipelago che mette insieme economia e impegno sociale e civile, coniuga progresso e sviluppo, ed è la prova provata dell’evoluzione e della creatività dell’uomo, della sua capacità di interagire con l’ambiente e la società organizzata. L’incidenza dell’artigianato nell’economia italiana è del 33% circa sul numero delle imprese, del 21% sugli addetti, e concorre alla formazione del PIL per il 15%. CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa costituisce il sistema nazionale ed unitario di rappresentanza generale dell’impresa italiana. Fondata nel 1946, è un sistema articolato e capillare costituito da 19 rappresentanze regionali, 108 provinciali, da CNA Pensionati e da 10 Unioni Nazionali, con 1190 sedi e 8050 collaboratori. Conta oltre 650.000 associati, ha sedi nazionali a Roma e Bruxelles. La forza non è solo nei servizi che può offrire, e non è solo nella rappresentanza formale che esercita presso enti e istituzioni nazionali e internazionali. La forza più grande è nella rappresentazione di un mondo che vuole essere sempre più protagonista del sistema produttivo avanzato nella società contemporanea.

 

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