Uno dei consorzi più grandi, col suo milione e duecentocinquantamila imprese iscritte, e più efficienti d’Europa, coi contributi ambientali tra i più bassi e un tasso di recupero e riciclo degli imballaggi che nel 2012 ha raggiunto il 74% dell’immesso al consumo (più di 8 milioni di tonnellate), Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, è una delle eccellenze della green economy tricolore.

Il Consorzio nasce nel 1997 in applicazione del decreto Ronchi sui rifiuti, per raggiungere gli obiettivi di riciclo e recupero previsti dall’Unione Europea. Senza fini di lucro, è composto dalle imprese che producono e utilizzano gli imballaggi, ed è uno dei protagonisti – insieme ai consorzi specifici: acciaio (Ricrea), alluminio (Cial), carta/cartone (Comieco), legno (Rilegno), plastica (Corepla), vetro (Coreve) – della transizione non solo verso un sistema di gestione dei rifiuti più intelligente e sostenibile, ma verso un nuovo modello produttivo. Che non ha più un andamento lineare – materia prima, oggetto, rifiuto, discarica – ma tende alla circolarità, dove i rifiuti vengono appunto recuperati, riciclati e rimessi nel ciclo come materie prime secondarie. Una chance imperdibile per un Paese, come il nostro, povero di risorse naturali ma ricco di talenti. E’ così che, mentre nel 1998 in Italia si recuperava e riciclava un imballaggio su tre, oggi siamo a tre su quattro. Ed è nato un settore industriale, con un beneficio economico e ambientale quantificabile in 12,7 miliardi di euro, un contributo all’occupazione di 16.000 unità e alla riduzione delle emissioni di CO2 di 82 milioni di tonnellate

CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi

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